Pubblicato il primo rapporto sulla crittografia, curato dall’Innovation Hub dell’Unione europea del quale fanno parte Europol, Eurojust e altri organismi Ue, funzionale a rafforzare la sicurezza interna soprattutto con riguardo alle infrastrutture (Europol crittografia). La tecnologia è essenziale anche per la sicurezza dei cittadini e del mercato, è sempre più diffusa ed è così necessario intervenire sul piano tecnico e legislativo. Talvolta, si legge nel documento, la crittografia può essere un ostacolo alle indagini penali e presentare problemi con riguardo all’ammissibilità delle prove. Tra i temi affrontati, la ricerca di un equilibrio tra tutela della privacy e intercettazioni legali anche fini della sicurezza per evitare che la crittografia utilizzata anche dai criminali nelle attività illecite garantisca un’impunità. Le nuove regole Ue sulle prove elettroniche inserite nel regolamento (UE) 2023/1543 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2023, relativo agli ordini europei di produzione e agli ordini europei di conservazione di prove elettroniche nei procedimenti penali e per l’esecuzione di pene detentive a seguito di procedimenti penali (regolamento produzione prove) non si occupano delle questioni legate alla crittografia perché il regolamento non dispone l’obbligo per i fornitori dei servizi di rendere disponibili i dati in chiaro e questo porta gli Stati ad agire in ordine sparso. Nel documento si rileva che la Corte di Cassazione francese accetta l’uso di prove provenienti dal servizio di crittografia EncroChat e giudici di altri Stati permettono l’utilizzo di tali prove raccolte in altri Paesi. In questo campo è anche intervenuta la Corte di giustizia dell’Unione europea con la sentenza depositata il 30 aprile 2024 relativa alla causa C-670/22 che è analizzata con attenzione nello studio.
Il rapporto, dopo un inquadramento generale delle nuove tecnologie e della crittografia, analizza le regole esistenti a livello Ue e sul piano nazionale, le pronunce di alcuni Stati, per poi affrontare, in modo specifico talune questioni legate a una particolare tecnologia come la crittografia post-quantistica, i dati biometrici, i protocolli DNS (Domain Name System), la tecnologia 5 giga e l’intelligenza artificiale. Un capitolo ad hoc è dedicato alle criptovalute molto utilizzate per nascondere transazioni illecite e per riciclare i proventi del reato. In conclusione, nel rapporto si evidenzia la necessità di ulteriori sviluppi sul piano normativo per garantire una maggiore sicurezza dei cittadini al fine di evitare che la tecnologia apra spazi di impunità per i criminali.
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