Giudici di pace: reclamo al Comitato europeo dei diritti sociali

Mancato riconoscimento del diritto alla sicurezza sociale, nessuna posizione previdenziale certa per i giudici onorari, assenza di assistenza in caso di malattia, infortuni e maternità. Ferie non retribuite. Una situazione grave sotto il profilo del riconoscimento di diritti fondamentali dei lavoratori che ha spinto l’Associazione nazionale dei giudici di pace italiani a rivolgersi al Comitato europeo dei diritti sociali. Il reclamo collettivo contro l’Italia è stato depositato il 2 agosto e registrato e diffuso il 22 ottobre (reclamo n. 103/2013, CC102CaseDoc1_it). Per i ricorrenti, l’Italia avrebbe violato l’articolo 12, par. 4, lett. b, della Carta sociale europea del 1961 modificata nel 1996 (ratificata dall’Italia con legge 9 febbraio 1999 n. 30), in base al quale gli Stati sono tenuti ad assicurare “l’erogazione, il mantenimento ed il ripristino dei diritti alla sicurezza sociale con mezzi quali la totalizzazione dei periodi di contribuzione o di lavoro compiuti secondo la legislazione di ciascuna delle Parti”. Il reclamo, superato il filtro di ricevibilità, passerà all’esame del Comitato europeo dei diritti sociali che dovrà accertare, sentito il Governo, l’effettiva violazione della Carta sociale.

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