Nel 2024 l’Italia ha versato l’importo più alto per gli indennizzi alle vittime di violazioni accertate da Strasburgo

L’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo è essenziale per lo Stato di diritto e per garantire l’attuazione effettiva dei diritti dell’uomo, ma gli Stati non fanno ancora abbastanza per assicurare l’esecuzione delle pronunce in tempi rapidi. Lo scrive il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa nel rapporto annuale sull’attuazione delle sentenze della Corte di Strasburgo presentato il 19 marzo (Esecuzione sentenze). Nel 2024 sono stati 992 i casi sotto osservazione del Comitato dei Ministri, dei quali 194 hanno riguardato casi principali che richiedono soprattutto l’adozione di misure generali per evitare violazioni seriali e 798 casi ripetitivi. Il Comitato, inoltre, ha chiuso 894 casi, ma alla fine del 2024 erano ancora 3.916 i casi in attesa di esecuzione da parte degli Stati (3.819 nel 2023) e, quindi, sotto monitoraggio del Comitato. Per l’indennizzo alle vittime sono stati versati 43.645.371 milioni, con una diminuzione rispetto ai 52.533.119 del 2023. L’Italia conquista il podio e ha versato 13.745.988 milioni di euro, a fronte dei 22.631.295 del 2023. Segue, ma distanziata la Turchia.

Per quanto riguarda in generale le statistiche sull’Italia, il Comitato dei Ministri, dal momento della ratifica italiana della Convenzione, ha ricevuto 4.570 casi italiani dei quali 247 leading cases e 4.323 casi ripetitivi. Nel 2024, nel complesso sono stati iscritti nell’agenda del Comitato 310 casi italiani, dei quali 236 casi ripetitivi e 74 leading cases. Un incremento rispetto al 2023 con 249 casi. Nel 2024 sono stati chiusi solo 15 casi a fronte dei 25 del 2023. Per quanto riguarda i temi al centro della situazione italiana, vi sono le nuove violazioni causate dall’inquinamento nonché la detenzione illegittima in istituti psichiatrici. L’Italia ha proceduto a corrispondere gli indennizzi in 89 casi nel 2024, ma è in ritardo in altri 80 casi. 

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