Prove nei processi per terrorismo: una guida del Consiglio d’Europa sulle informazioni raccolte nei conflitti

Per garantire un corretto utilizzo nei procedimenti penali delle prove raccolte durante i conflitti, il Comitato del Consiglio d’Europa per la lotta al terrorismo (CDCT) ha adottato una guida intitolata “Pratiche comparate riguardanti l’utilizzo di informazioni raccolte in zone di conflitto come prove nei procedimenti penali” (Comparative Practices on the Use of Information Collected in Conflict Zones as Evidence in Criminal Proceedings, 107924GBR), con l’obiettivo di supportare i professionisti sia nello svolgimento delle indagini sia durante i processi per reati di terrorismo o per gravi violazioni di diritto internazionale umanitario commesse nei conflitti armati.

Il Comitato prova a fornire orientamenti sull’impiego di informazioni provenienti da zone di conflitto in modo efficace “a vantaggio della giustizia e della lotta contro l’impunità, nel rispetto dello Stato di diritto, delle leggi nazionali e del diritto internazionale in materia di conflitti armati”.

Nel volume sono classificate, in primo luogo, le fonti e la tipologia delle informazioni che possono essere raccolte e che hanno origine governativa e non governativa. Per quanto riguarda la classificazione delle fonti, si chiarisce che sono trattate le prove fisiche, digitali, documentali, provenienti da rilevazioni satellitari e le testimonianze. La seconda sezione è rivolta a un approfondimento sui meccanismi per ottenere e per condividere le informazioni e la terza sui passi per analizzare e utilizzare le informazioni alla luce degli standard internazionali, con una particolare attenzione all’affidabilità delle fonti ai fini probatori nel corso dei procedimenti penali.

Il volume si conclude con delle FAQ relative alle frequenti richieste che arrivano dai pratici.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *