La Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, Reem Alsalem, ha presentato, il 25 giugno, al Consiglio per i diritti umani, il rapporto sull’evoluzione della situazione della violenza contro le donne nel mondo, tenendo conto delle nuove forme di violenza e delle risposte degli Stati. In particolare, nel rapporto intitolato “Sex-based violence against women and girls: new frontiers and emerging issues” (A/HRC/59/47, violenza contro le donne – 2025), la Relatrice speciale si è soffermata sulle forme di discriminazione che hanno origine in diverse situazioni di violenza come i matrimoni forzati, il femminicidio, le mutilazioni genitali, gli stupri e forme di sfruttamento sessuale, inclusa la prostituzione. Il livello di violenza contro le donne ha ormai assunto il livello di un’epidemia che si manifesta con caratteristiche anche nuove, che spesso non sono riconosciute.
La Relatrice speciale ha fortemente criticato le teorie che portano al superamento della classificazione uomo e donna in base al sesso, in quanto hanno avuto come conseguenza la cancellazione della categoria giuridica delle “donne”, compromettendo il raggiungimento della parità tra uomo e donna. Una forma di inclusione coercitiva – si legge nel rapporto – che è stata perseguita attraverso cambiamenti nel linguaggio, con l’utilizzo di espressioni non caratterizzate da connotazione sessuale, con il cosiddetto linguaggio neutro, che ha condotto alla cancellazione della categoria femminile con effetti negativi sulla protezione delle donne. Si tratta, per la Relatrice, di una tendenza negativa proprio perché impedisce alle donne di essere riconosciute come categoria all’interno del quadro giuridico e di gruppo che presenta alcune vulnerabilità.
Il femminicidio rimane un’emergenza globale: nel 2023 le donne e le ragazze uccise sono state circa 85.000, con il 60% delle vittime uccise dai partner che vuol dire un femminicidio ogni 10 minuti. Una strage che non riceve la giusta attenzione.
Ampio spazio è dedicato al genocidio e alla necessità di considerare questo crimine anche tenendo conto degli aspetti basati sul sesso alla luce del fatto che sia nella Striscia di Gaza sia in Afghanistan emerge l’annientamento deliberato delle donne afgane e palestinesi, nonché la circostanza che la violenza riproduttiva è talvolta utilizzata come strumento per perpetrare un genocidio.
Nel rapporto è anche affrontata la questione della violenza attraverso le nuove tecnologie e delle forme di sfruttamento sessuale delle donne anche con la manipolazione delle immagini attraverso l’intelligenza artificiale. Oltre al documento principale, la Relatrice speciale ha diffuso una nota sul concetto di consenso nei casi di violenza (consenso).
Aggiungi un commento