 L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha aggiornato il database sulle imprese coinvolte nelle attività indicate nel paragrafo 96 del rapporto della missione internazionale indipendente incaricata di valutare gli effetti degli insediamenti israeliani sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dei palestinesi nei Territori occupati, inclusa Gerusalemme est (Database). Sono 158 le imprese coinvolte provenienti da 11 Stati e sono 68 le nuove aziende aggiunte rispetto all’elenco del 2023. In particolare, le aziende provengono da Israele, Stati Uniti, Canada, Cina, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha aggiornato il database sulle imprese coinvolte nelle attività indicate nel paragrafo 96 del rapporto della missione internazionale indipendente incaricata di valutare gli effetti degli insediamenti israeliani sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dei palestinesi nei Territori occupati, inclusa Gerusalemme est (Database). Sono 158 le imprese coinvolte provenienti da 11 Stati e sono 68 le nuove aziende aggiunte rispetto all’elenco del 2023. In particolare, le aziende provengono da Israele, Stati Uniti, Canada, Cina, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito.
Il primo rapporto risale al 2020, poi aggiornato nel 2023 e poi a settembre 2025. Le imprese coinvolte, che sono state individuate dopo accertamenti compiuti dall’Ufficio Onu, hanno fornito materiali e attrezzature per la costruzione e la manutenzione degli insediamenti illegali, la demolizione di case e le proprietà dei palestinesi. Molte le imprese impegnate nella sorveglianza della popolazione palestinese, nello sfruttamento delle risorse naturali per scopi commerciali, nello scarico di rifiuti nei villaggi palestinesi. Nel rapporto si richiede alle aziende di agire secondo la due diligence e di adottare misure adeguate per cessare da queste violazioni. Nei casi in cui abbiano contribuito alle violazioni dei diritti indicati in precedenza, tali aziende sono tenute a riparare i danni subiti dai palestinesi attraverso procedimenti adeguati. Evidenziata anche la responsabilità degli Stati che devono adottare misure idonee a garantire attraverso strumenti giudiziari, amministrativi, legislativi che, nel caso di violazioni dei diritti umani legate alle imprese all’interno del proprio territorio e/o soggette alla propria giurisdizione, “le persone colpite abbiano accesso a rimedi efficaci, in conformità con il diritto internazionale”.
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