Guantanamo non chiude e parte il processo all’imputato più giovane

E’ sospettato di aver lanciato una granata in Afghanistan quando aveva 15 anni. Omar Khadr, di origine canadese,  è poi finito a Guantanamo e adesso è sotto processo, malgrado le assicurazioni dell’amministrazione Obama sulla chiusura di Guantanamo. La difesa ha chiesto alla Commissione militare che lo sta processando di non utilizzare le dichiarazioni rese dall’imputato, oggi ventitreenne, proprio perché assunte attraverso forme di tortura, in violazione del diritto internazionale, durante una detenzione durata 8 anni. La Commissione militare il 17 agosto ha invece respinto le eccezioni (http://www.defense.gov/news/D94-D111.pdf). Il processo, quindi, va avanti, malgrado – come sostenuto dal Rappresentante speciale del Segretario generale Radhika Coomaraswamy (http://www.un.org/children/conflict/english/09-august-2010-trial-of-omar-khadr.html) – un bambino non dovrebbe essere processato da un tribunale militare. Un precedente pericoloso – ha sostenuto Coomaraswamy – per i bambini soldato costretti a combattere in diverse parti del mondo.

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