Il Comitato dei Ministri pronto ad adire la Corte europea per la mancata esecuzione di una sentenza

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa è pronto a far scattare, per la prima volta, la procedura introdotta nel 2010 e ad adire, in base all’articolo 46, paragrafo 4 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Corte di Strasburgo contro l’Azerbaijan che non ha eseguito la sentenza pronunciata nel 2014. Nella riunione del 25 ottobre, con la risoluzione interinale CM/ResDH(2017)379 (15172), il Comitato dei Ministri, infatti, ha constatato che l’Azerbaijan non ha eseguito la sentenza relativa al caso Ilgar Mammadov con la quale Strasburgo aveva condannato lo Stato per l’arresto e la detenzione prolungata del ricorrente, membro dell’opposizione. La Corte aveva accertato non solo la violazione dell’articolo 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e dell’articolo 6 (diritto a un processo equo), ma anche dell’articolo 18 (limiti all’applicazione delle restrizioni dei diritti). Di conseguenza, i giudici internazionali avevano chiesto l’adozione di misure individuali per mettere fine alle violazioni constatate. L’Azerbaijan, però, non ha proceduto alla restitutio in integrum e non ha provveduto alla scarcerazione del politico ingiustamente detenuto. Così, tenendo conto del rifiuto dello Stato di conformarsi alla sentenza della Corte europea, il Comitato dei ministri è pronto a rivolgersi alla Corte per l’accertamento della nuova violazione della Convenzione a causa della mancata esecuzione della sentenza. L’Azerbaijan può presentare le proprie osservazioni entro il 29 novembre.

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