Nel segno della continuità con i Governi Prodi e Berlusconi, il Governo Monti prova a bloccare nuovamente, al pari dei predecessori, l’accertamento della verità e le condanne nel caso Abu Omar. Nella riunione dell’8 febbraio, il Consiglio dei Ministri ha deciso di sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Ecco il comunicato stampa della Presidenza del Consiglio “Il Consiglio dei Ministri ha deliberato sulla base dell’avviso dell’Avvocatura generale dello Stato, di sollevare conflitto di attribuzioni nei confronti della Corte di Cassazione per l’annullamento della sentenza n. 46340/12 nella parte in cui contiene statuizioni che incidono sulla sfera di competenza riservata al Presidente del Consiglio in materia di segreto di Stato, e nei confronti della Corte di appello di Milano, Giudice del rinvio, per l’annullamento degli atti già adottati in esecuzione della predetta sentenza e, in particolare, dell’ordinanza in data 28 gennaio 2013, con la quale è stata disposta l’acquisizione al procedimento di verbali che contengono riferimenti a fatti o circostanze da ritenersi coperti dal segreto di Stato prima apposto e poi opposto e confermato dai precedenti Presidenti del Consiglio pro-tempore”.
Un conflitto che rischia ancora una volta di bloccare l’attività degli organi giurisdizionali pure elogiati dalle organizzazioni internazionali e dalla stessa Unione europea il cui parere, evidentemente, conta in materia di spread e bilancio ma non per questioni legate al rispetto dei diritti. Con una risoluzione dell’11 settembre 2012 “sui presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in Paesi europei da parte della Cia” il Parlamento europeo ha chiesto agli Stati, inclusa l’Italia, di trasmettere le informazioni e i documenti necessari per far luce sulle prigioni segrete (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2012-0309&format=XML&language=IT). Anche il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha approvato il rapporto redatto da un gruppo di esperti (secret detention) in cui si chiede agli Stati di evitare il ricorso al segreto di Stato per fare luce sulle violazioni dei diritti umani nei casi di lotta al terrorismo. Non manca il Consiglio d’Europa: il relatore speciale Dick Marty ha consegnato all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il Rapporto sull’abuso del segreto di Stato e della sicurezza nazionale, che va nella stessa direzione (State secrecy_MartyE). Proprio nei giorni scorsi, poi, l’Open Society Foundantions, nello studio “Globalizing Torture Cia Secret Detention and Extraordinary Rendition“, ha evidenziato che l’Italia, è l’ unico Paese che, malgrado gli ostacoli frapposti da Governi di diversi schieramenti con un abuso del segreto di Stato, grazie all’operato delle autorità giudiziarie, in particolare la Procura di Milano, è riuscita ad ottenere una condanna in sede penale di agenti italiani e della Cia. Adesso, però, la parola passa nuovamente alla Corte costituzionale che dovrà pronunciarsi sul conflitto di attribuzioni sollevato dal Governo.
Sul fronte Usa, la Corte distrettuale della Columbia, il 5 gennaio 2012, ha rigettato il ricorso presentato da una funzionaria del dipartimento di Stato condannata in Italia a cinque anni di carcere per il sequestro di Abu Omar ((De Sousa v. Department of State, n. 09-00896, https://ecf.dcd.uscourts.gov/cgi-bin/show_public_doc?2009cv0896-65). D’altra parte, anche in questo caso, gli agenti della Cia sono protetti dallo stesso Governo italiano che, a fronte di 23 richieste di estradizione ne ha presentata solo una nei confronti di Robert Seldon Lady condannato a 6 anni (si veda il comunicato stampa del Ministro della giustizia Severino http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_13_1_1.wp?previsiousPage=mg_13_1&contentId=COM804920)
Si veda, tra gli altri, il post del 7 febbraio 2013 http://www.marinacastellaneta.it/consegne-straordinarie-la-fondazione-soros-presenta-uno-studio-sulle-prigioni-segrete.html.
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