Infrazioni a danno di beni culturali: l’Italia ratifica la Convenzione di Nicosia

L’Italia ha ratificato e dato esecuzione con legge 21 gennaio 2022 n. 6 alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, adottata a Nicosia il 19 maggio 2017 (legge di ratifica, qui il testo dell’accordo Convenzione). La Convenzione punta a contrastare il traffico illecito di beni culturali che coinvolge Stati come l’Italia e la Grecia, e che ha un notevole impatto sia dal punto di vista del danno che tali beni subiscono, sia dal punto di vista economico. Malgrado si tratti dell’unico trattato internazionale dedicato specificamente all’incriminazione del traffico illecito di beni culturali, la Convenzione ha finora raccolto poche ratifiche: essa è stata sottoscritta da 13 Stati e ratificata, all’8 gennaio 2022, da Grecia, Cipro, Lettonia, Ungheria e, tra gli Stati non membri del Consiglio d’Europa, dal Messico. 

La Convenzione sostituirà la precedente Convenzione di Delfi sullo stesso tema, aperta alla firma nel giugno 1985, ma mai entrata in vigore per il mancato raggiungimento del numero di ratifiche necessarie (la Convenzione venne firmata soltanto da 6 Stati, tra cui l’Italia, cui non seguirono però le tre ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore). Gli Stati sono sempre di più coscienti che il patrimonio culturale europeo appartiene all’intera comunità internazionale ed è così necessario intervenire per fronteggiare le attività criminali, individuare strumenti per il recupero di beni culturali sottratti, cooperare nella prevenzione dei reati contro i beni culturali, prevedere specifici reati nel proprio ordinamento e sanzioni adeguate. La Convenzione di Nicosia è stata adottata a seguito di una collaborazione con altre organizzazioni internazionali tra i quali l’Unione europea, l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato (UNIDROIT), l’UNESCO e l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine. La Convenzione si occupa di punire reati come il furto, gli scavi illegali, l’importazione e l’esportazione illegali, nonché l’acquisizione e la commercializzazione dei beni ottenuti a seguito di uno dei reati indicati, tra i quali vi è anche la falsificazione di documenti e la distruzione o il danneggiamento intenzionale dei beni culturali. Definiti i reati che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione, sono indicati i titoli di giurisdizione che affidano la competenza ai giudici in base al criterio della territorialità e della soggettività attiva. Una parte della Convenzione è dedicata alla cooperazione tra le autorità inquirenti e alla misure di prevenzione e amministrative. E’ lasciato spazio agli Stati per l’individuazione delle sanzioni che devono essere proporzionate, effettive e dissuasive.

La Convenzione entrerà in vigore sul piano internazionale il 1° aprile 2022.

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