Presentata la proposta sullo scambio dei casellari giudiziali di cittadini extra Ue

Lo scambio di dati contenuti nei casellari giudiziari degli Stati Ue va rafforzato per fare in modo che, per avere notizie su persone di Stati terzi precedentemente detenute in altri Paesi membri, non sia necessario consultare il casellario giudiziario di ogni Stato membro interessato. In questa direzione, la Commissione europea, il 19 gennaio, ha proposto l’adozione di una direttiva (COM(2016)7 (ecris_tcn_commission_proposal_en), che modifica la decisione quadro n. 2009/315/GAI relativa all’organizzazione e al contenuto degli scambi fra gli Stati membri di informazioni estratte dal casellario giudiziario, operativo dal 2012, e la 2009/316. Con la nuova direttiva, che inizia adesso il lungo cammino verso l’adozione, con una prima tappa al Consiglio “Giustizia e affari interni” del 26 gennaio, sarà aggiornato il sistema europeo di informazioni sui casellari giudiziari (ECRIS), che già consente lo scambio di informazioni sulle condanne di cittadini di Paesi Ue comminate negli Stati membri, con dati di cittadini di Paesi terzi, per combattere il terrorismo e le altre gravi forme di criminalità. In particolare, come sottolineato dalla Commissaria responsabile per la giustizia, i consumatori e la parità di genere, Vera Jourová, con l’inclusione delle impronte digitali di Paesi extra Ue sarà possibile contrastare l’uso di identità false. Inoltre, questo porterà a un incremento delle richieste di informazioni sulle condanne penali pronunciate nell’Unione europea che oggi ammontano a circa 288.000 l’anno. Tra i benefici, un miglioramento nella cooperazione giudiziaria con un sistema semplificato per le ricerche di precedenti penali dei cittadini di Paesi terzi, un  taglio di costi e tempi, perché le richieste non dovranno più essere inviate a tutti gli Stati membri, e un contrasto più efficace alle false identità. I vantaggi, poi, riguarderanno anche i cittadini che devono dimostrare di avere una fedina penale pulita.

La Commissione europea, sempre il 19 gennaio 2016, ha presentato il rapporto (COM(2016)6,(ecris_implementation_report_en) sullo stato di attuazione della decisione quadro 2009/315. Dal documento risulta che l’Italia, insieme a Danimarca, Grecia, Irlanda, Malta e Romania non ha ancora trasposto la decisione quadro anche se utilizza il sistema ECRIS. Il recepimento è stato previsto con la legge europea 2014 del 29 luglio 2015 n. 115, in vigore dal 18 agosto, intitolata “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”, ma, ad oggi, non è stato ancora adottato il decreto legislativo di attuazione.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/sprint-per-evitare-condanne-per-i-ritardi-nel-recepimento-delle-decisioni-quadro.html

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