Raddoppiati i casi di antisemitismo in alcuni Stati del Consiglio d’Europa. L’Italia in ritardo

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa ha diffuso il rapporto annuale (CR(2015(26) relativo alla situazione nel 2014, Annual report 2014). Un anno negativo, con un aumento drammatico dell’antisemitismo, dell’islamofobia, dell’hate speech, con discorsi xenofobi anche da parte di molti politici. Si conferma l’utilizzo, per la diffusione del razzismo, dello strumento del web. In diversi Paesi sono state adottate leggi per combattere l’hate speech, ma la Commissione vuole monitorare l’effettiva attuazione e l’impatto di queste leggi su altri diritti. Il dato più preoccupante è che, in alcuni Paesi, gli attacchi antisemiti sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Diffusi gli stereotipi di tipo razziale, l’omofobia, con forti preoccupazione per la spirale islamofobica nella quale è precipitata una parte della popolazione europea. Anche nella lotta al razzismo si devono fare i conti con i tagli di budget che hanno colpito gli organi specializzati voluti dal Consiglio d’Europa per assicurare effettività ai diritti affermati nel contesto internazionale.

L’Italia resta indietro, in ritardo nella ratifica del Protocollo n. 12 del 4 novembre 2000 (in vigore dal 1° aprile 2005) alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che proibisce ogni forma di discriminazione e del Protocollo del 28 gennaio 2003 (in vigore sul piano internazionale del 1° marzo 2006) alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla cybercriminalità adottata il 23 novembre 2001 (in vigore dal 1° luglio 2004).

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