La lotta alla corruzione e ad altre forme di criminalità passa oggi attraverso i whistleblowers. Di conseguenza, anche l’Unione europea deve predisporre meccanismi per assicurare la protezione di chi svolge un ruolo strategico nel far venire alla luce fenomeni criminali in particolare svelando casi di corruzione e frode. Per dare un maggiore supporto e assicurare l’utilizzo di canali adeguati da parte degli organi competenti, l’Autorità europea sulla protezione dei dati ha diffuso, il 18 luglio, le linee guida per indicare come usare canali sicuri per lo staff che denuncia, senza voler rivelare la propria identità, frodi, casi di corruzione etc. (16-07-18_Whistleblowing_Guidelines_EN). Nel documento sono indicate le procedure da attuare per rispettare il regolamento n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati. Le linee guida – scrive il Garante – sono state adottate dopo aver raccolto prassi ed esperienze nel corso degli anni e sono applicabili prima che parta un’indagine dell’Ufficio antifrode (Olaf). Tra l’altro, se certo le “gole profonde” servono a far luce su casi di corruzione, è necessario evitare usi distorti, ad esempio per raccogliere notizie riservate sui dipendenti.
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/per-i-whistleblowers-piu-garanzie-e-concessione-dellasilo-lo-chiede-il-consiglio-deuropa.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/whistleblowers-pubblicate-le-linee-guida-dellautorita-anticorruzione.html
Aggiungi un commento