La Commissione europea propone un restyling della direttiva qualifiche

Troppe le professioni regolamentate in Europa (800) e ancora troppi i ritardi e gli ostacoli nel sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali. Una situazione che blocca la crescita e incide negativamente sulla libera circolazione dei cittadini Ue. Motivi che hanno spinto la Commissione europea, a pochi anni dall’adozione della direttiva 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali, ad avviare un restyling del sistema. E lo ha fatto con la proposta di direttiva presentata il 19 dicembre (COM(2011)883 http://ec.europa.eu/internal_market/qualifications/docs/policy_developments/modernising/COM2011_883_en.pdf) con la quale Bruxelles ribalta l’approccio precedente con l’introduzione della tessera professionale europea. In pratica, se la proposta sarà approvata dal Consiglio e dal Parlamento Ue, un professionista potrà ottenere la card europea nel proprio Paese di orgine e stabilirsi o prestare servizi in un altro Stato membro. E’ vero che, in questo modo, i costi  graveranno sul Paese di partenza ma si taglieranno burocrazia e oneri inutili come quelli dovuti alla traduzione di documenti (richiesta troppo spesso) e la presentazione di certificati di conformità che costano ad ogni professionista 80 euro. Novità importanti per i notai: la Commissione infatti chiarisce che il sistema di riconoscimento delle qualifiche si applica anche a questi professionisti. Dopo la sentenza del 24 maggio 2011 (causa C-47/08) si era aperta la questione dell’estensione della direttiva ai notai. Un dubbio sciolto nella proposta nel senso dell’applicabilità del sistema di riconoscimento delle qualifiche alla professione notarile, seppure con alcuni accorgimenti e limiti. In pratica, gli Stati membri potranno prevedere una misura compensativa per i notai comunitari che vogliono stabilirsi in un altro Stato membro, mentre è preclusa la prestazione di servizi per l’autenticazione degli atti che richiedono il sigillo dello Stato membro.

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