La Siria ha commesso crimini contro l’umanità. Ma nessuno ferma Damasco.

Le forze militari e di sicurezza siriane hanno commesso crimini contro l’umanità nei confronti della popolazione civile, inclusi bambini per reprimere le manifestazioni di protesta contro il Governo di Assad a partire dal marzo 2011. Lo scrive la Commissione internazionale di inchiesta istituita dall’Onu che il 23 novembre ha divulgato un rapporto sulla situazione siriana (A-HRC-S-17-2-Add1). La lettura è un viaggio in un inferno in cui non vengono risparmiati, da un governo sanguinario, donne e bambini. Per la Commissione, nessun dubbio che la Siria ha commesso crimini contro l’umanità. Il Governo si è macchiato di esecuzioni sommarie, torture, violenze sessuali. La repressione cruenta di Assad non ha risparmiato bambini che, nelle migliori delle ipotesi, sono finiti in carceri insieme a detenuti adulti. La Commissione, inoltre, ritiene che almeno 250 bimbi siano stati uccisi. Numerosi i fenomeni di sparizioni forzate con giovani ragazzi inghiottiti in un buco nero. Damasco, inoltre, avrebbe dato ordine di sparare senza esitazioni sui manifestanti. Nel rapporto, la Commissione chiede la cessazione dei crimini e lo svolgimento di indagini. Intanto, però, mancano misure effettive. Come se i massacri della popolazione civile in Siria contassero meno di quelli perpetrati da Gheddafi in Libia. In quell’occasione, il Consiglio di sicurezza, prima di autorizzare l’uso della forza, aveva chiesto, in base all’articolo 16 dello Statuto della Corte penale internazionale, al Procuratore della Corte di avviare indagini per individuare gli autori dei crimini (si veda il post del 1° marzo 2011). Nulla per la Siria e per Assad.

Di portata storica, invece, l’intervento della Lega araba che il 27 novembre ha, per la prima volta, adottato misure sanzionatorie di carattere economico nei confronti di un Paese “fratello” come la Siria (19 Stati hanno votato a favore dell’adozione della risoluzione, il Libano si è opposto e l’Iraq si è astenuto). Dal canto suo, l’Unione europea ha adottato la decisione 2011/736/PESC del 14 novembre 2011 che attua la decisione 2011/273/PESC relativa a misure restrittive nei confronti della Siria (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:296:0055:0057:IT:PDF).

 

 

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