Recepita la direttiva rimpatri

In vigore, dal 24 giugno, le nuove regole sul rimpatrio dei cittadini extracomunitari. Con il decreto legge n. 89 del 23 giugno 2011 recante “Disposizioni urgenti per il completamento dell’attuazione della direttiva 2004/38/Ce sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/Ce sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 23 giugno (http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011;89), l’Italia prova ad adeguarsi alle regole Ue e recepisce in ritardo la direttiva rimpatri il cui termine di attuazione è scaduto il 24 dicembre 2010. Su tale questione la Corte Ue aveva già chiarito, con la sentenza del 28 aprile 2011 (causa C-61/11, El Dridi), che la detenzione prevista nella legislazione italiana nei confronti di cittadini extracomunitari che non rispettano un provvedimento di espulsione è incompatibile con la direttiva 2008/115.

Il decreto legge prova a rispettare, con risultati tutti da verificare, il dettato della normativa Ue e la sentenza della Corte di giustizia, limitando il trattenimento. Tuttavia, il decreto legge stabilisce un allungamento dei termini di trattenimento nei Cie fino a 180 giorni e, soprattutto, in mancanza di cooperazione del cittadino al rimpatrio, consente un prolungamento di ulteriori 12 mesi. Garantita, in base all’art. 3, lett. c), n. 6, la partenza volontaria ed eliminato il carcere per il mancato rispetto dell’allontanamento, punito con una sanzione pecuniaria.

Il decreto legge introduce poi l’espulsione coattiva per i cittadini comunitari, misura non prevista, però, nella direttiva 2004/38 e definisce – come precisato dalla circolare del Ministero dell’interno n. 17102/124 (http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/21/0537_Circolare_su_dl_23_6_2011.pdf) – i motivi di ordine pubblico che possono giustificare l’allontanamento la cui competenza spetta al Prefetto.

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