Competitività, diversificazione e stabilità della catena globale di approvvigionamento: sono gli strumenti per rafforzare la politica commerciale dell’Unione europea evidenziati nella quinta relazione annuale sull’attuazione e l’applicazione della politica commerciale dell’UE, pubblicata il 3 novembre (COM(2025)920, quinta relazione), che contiene anche un quadro sulla soluzione delle controversie. La Commissione europea ha sottolineato l’importanza degli accordi commerciali soprattutto nell’attuale contesto geopolitico, tenendo conto che proprio la diversificazione delle importazioni e delle fonti di approvvigionamento consente all’Unione di rafforzare anche le esportazioni proprio verso mercati stabili (qui il documento di lavoro che accompagna la relazione Staff Working Document).
Tra i punti di forza degli accordi conclusi dall’Unione, l’eliminazione dei dazi e la costruzione di una rete di accordi commerciali che permettono alle imprese di trovare mercati alternativi per le esportazioni. La relazione copre il 2024 e il primo semestre del 2025. E se da un lato sono piombati sull’Unione i dazi imposti dagli Stati Uniti, dall’altro lato, l’entrata in vigore di accordi preferenziali come quello di libero scambio con la Nuova Zelanda e l’accordo di partenariato economico con il Kenya permettono all’Unione di parare il colpo. Nel complesso, sono arrivati a quota 44 gli accordi commerciali dell’Unione attualmente in vigore, conclusi con 76 partner commerciali preferenziali. In questo contesto, le esportazioni di merci verso i 76 partner commerciali preferenziali sono aumentate del doppio rispetto alle esportazioni verso i Paesi non inclusi nell’accordo di libero scambio, che vuol dire 1,4% in più rispetto allo 0,7 dell’anno precedente. Record per le esportazioni agroalimentari che hanno raggiunto i 235 miliardi di euro (con un aumento del 2,8% rispetto al 2023) e per gli scambi di servizi a quota 1.300 miliardi di euro. In via generale, poi, sono stati eliminati, nel 2024, 44 ostacoli al libero commercio. Buon funzionamento del sistema dello sportello unico della Commissione che, dalla sua operatività risalente a cinque anni fa, ha ricevuto 180 denunce esterne soprattutto su questioni relative all’accesso al mercato, al commercio e allo sviluppo sostenibile. Nel 2024 lo sportello ha registrato 43 denunce per gli ostacoli incontrati in 24 Paesi partner.
Per quanto riguarda la soluzione delle controversie, se il dialogo dovrebbe essere il mezzo da preferire, l’Unione evidenzia che in alcuni casi è necessario ricorrere alle procedure formali di risoluzione delle controversie nell’ambito di un accordo bilaterale o in sede dell’Organizzazione mondiale del commercio, malgrado il non funzionamento dell’organo di appello. Una soluzione è arrivata grazie all’accordo provvisorio multilaterale in materia di arbitrato d’appello a cui nel primo semestre del 2025 hanno aderito anche Paraguay, Malesia e Regno Unito. Il 22 aprile 2025, l’Unione europea ha presentato un ricorso in relazione al caso DS611 (Cina – inibitorie che vietano azioni in giudizio) e il 21 luglio l’arbitro d’appello dell’OMC ha annullato alcune conclusioni del panel iniziale, segnando la vittoria dell’Unione europea a vantaggio delle imprese ad alta tecnologia.
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