Poco prima che alMasri fosse arrestato in Libia, l’Italia ha trasmesso alla Corte penale internazionale, il 31 ottobre, i “chiarimenti” richiesti dalla Pre-Trial Chamber (ICC-01/11, ICC-01:11, allegato) per il mancato rispetto dell’obbligo di cooperazione dell’Italia verso la Corte, determinato dalla mancata esecuzione del mandato di arresto nei confronti di Osama Almasri Njeem, generale libico e capo della polizia giudiziaria, arrestato a Torino e poi scarcerato con ordinanza del 21 gennaio 2025 della Corte di appello di Roma, sezione IV penale, proc. n. 11/2025. Nelle risposte contenute nel documento firmato dall’Ambasciatore italiano all’Aja Augusto Massari e consegnate alla Pre-Trial Chamber I, che aveva richiesto ulteriori informazioni su eventuali procedimenti interni nei confronti dei responsabili della mancata cooperazione, l’Italia ha affermato la volontà di cooperare con la Corte nel quadro, però, degli interessi di sicurezza nazionale, della posizione geopolitica dell’Italia e della legislazione costituzionale e interna. Segue un tentativo di giustificazione, con l’Italia che ha sottolineano che si è trattato del primo caso di applicazione della legge 237/2012, rilevando che è stata aperta una riflessione sul miglioramento della legge per rispondere a future richieste della Corte nel contesto delle esigenze di sicurezza nazionale. Nel documento si dà anche conto dell’attività giudiziaria in Italia con riguardo al rispetto degli obblighi di diritto internazionale nei confronti della Corte e si richiama la decisione del Tribunale dei ministri con la quale è stata archiviata la posizione del Primo ministro Giorgia Meloni e il diniego delle Camere relativamente all’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Contro questa decisione – si precisa nella lettera – la magistratura può sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale. Inoltre, si ricorda l’indagine aperta nei confronti di un alto funzionario del ministro della giustizia e si riafferma la volontà di cooperare con la Corte. Almeno a parole.
Si vedano i post https://www.marinacastellaneta.it/blog/litalia-non-ha-agito-con-la-dovuta-diligenza-cosi-la-pre-trial-chamber-della-corte-penale-internazionale-sul-caso-almasri.html, https://www.marinacastellaneta.it/blog/pasticcio-almasri-il-procuratore-autorizzato-a-presentare-osservazioni-in-risposta-allitalia-spunta-la-questione-dellestradizione-alla-libia.html, https://www.marinacastellaneta.it/blog/la-giustizia-puo-attendere-litalia-riporta-a-casa-almasri-accusato-di-crimini-di-guerra-e-contro-lumanita.html, https://www.marinacastellaneta.it/blog/procura-della-corte-penale-internazionale-litalia-va-deferita-allassemblea-degli-stati-parte-e-al-consiglio-di-sicurezza.html, https://www.marinacastellaneta.it/blog/corte-penale-internazionale-primo-passo-verso-laccertamento-della-violazione-dellobbligo-di-cooperazione-da-parte-dellitalia.html
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