L’attività di monitoraggio e di vigilanza sull’attuazione del diritto Ue affidata alla Commissione deve essere affiancata da quella svolta dai cittadini ai quali spetta la verifica sull’effettiva attuazione e l’esecuzione degli obblighi fissati dall’Unione europea. In questo modo si va ben al di là della rendicontazione sulle procedure d’infrazione e si attribuisce ai cittadini un potere che consente di realizzare in modo effettivo i propri diritti. Su tale tema, il Dipartimento delle politiche per la giustizia, le libertà civili e gli affari istituzionali del Parlamento europeo ha pubblicato uno studio, su richiesta della Commissione per gli affari giuridici del Parlamento UE (JURI). Il testo (PE 777.914, EU enforcement) è stato pubblicato a ottobre 2025 ed è stato scritto da Sara Drake e Carmela Bosangit, docenti dell’Università di Cardiff. L’attuazione effettiva del diritto Ue è essenziale per fare in modo che i cittadini usufruiscano dei diritti e delle garanzie fornite dal diritto dell’Unione europea e, malgrado il Trattato Ue affidi alla Commissione europea un preciso compito di vigilanza sull’esecuzione delle regole Ue da parte degli Stati, è di fondamentale importanza che in quest’attività di vigilanza anche i cittadini abbiano un ruolo.
Nello studio, dopo una ricostruzione del quadro normativo, si propone una lettura diversa relativa alla fase di attuazione del diritto dell’Unione. In via generale, il sistema è basato su un dubbio binario: di controllo da parte delle autorità pubbliche come Commissione Ue e Stati a cui si affianca la fase del private enforcement dinanzi ai giudici nazionali. Questa strategia va completata attribuendo un ruolo specifico ai cittadini a vantaggio di un sistema multilivello di enforcement. I cittadini Ue, oggi più che in passato, sono consapevoli dei diritti affermati dall’Unione europea e sono così in grado di effettuare una vigilanza ad ampio raggio. Inoltre, poiché non mancano ostacoli nell’attuazione dei diritti, è indispensabile procedere a incorporare un approccio dal basso anche nella fase di raccolta dei dati. Nello studio è stato preso a modello un caso pratico relativo all’attuazione o meglio alla mancata attuazione dei diritti dei passeggeri aerei durante la pandemia da COVID-19 e agli ostacoli incontrati dai passeggeri per ottenere il riconoscimento di diritti pure assicurati sulla carta. Si evidenzia, però, una scarsa consapevolezza dei cittadini Ue circa l’applicazione dei meccanismi disponibili, ostacoli che incontrano soprattutto giovani e anziani. Il documento si chiude con alcune raccomandazioni al Parlamento europeo per arrivare a un miglioramento della situazione.
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