Per valutare i progressi e le battute d’arresto nel raggiungimento degli obiettivi di giustizia sociale sulla base delle regole dell’Organizzazione internazionale del lavoro e sul principio guida dell’ILO (International Labour Organization) ossia che la pace universale e durevole può essere conseguita solo se è assicurata la giustizia sociale, l’Organizzazione internazionale del lavoro ha pubblicato uno studio intitolato “The state of social justice: A work in progress” per verificare, alla luce degli indicatori già stabiliti nel 1995, i progressi da parte degli Stati, la mancata realizzazione di taluni obiettivi, con l’aggiunta di raccomandazioni per migliorare la situazione e per incidere sul secondo vertice mondiale per lo sviluppo sociale che si terrà a fine novembre a Doha (ILo social justice).
Nella prima parte del documento è dedicato ampio spazio all’individuazione dei diritti umani fondamentali, all’eliminazione delle barriere che impediscono un accesso alle opportunità lavorative per tutti, all’equa distribuzione dei benefici di carattere economico, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili e all’analisi sulle transizioni digitali e demografiche. L’arco temporale coperto è dal 1995 al 2025. Indubbi i miglioramenti, ma restano diseguaglianze inaccettabili. Sono ben 138 milioni i bambini tra 5 e 17 anni che sono impegnati in attività lavorative (ma vi è stato in ogni caso un dimezzamento), il 50% delle quali è da classificare tra i lavori pericolosi e, malgrado sia aumentato il tasso di scolarizzazione in alcune aree, questo livello continua a rimanere troppo basso. Inoltre, 800 milioni di persone nel mondo vivono con meno di 3 dollari al giorno e una persona su quattro non ha accesso all’acqua potabile. Ancora alto poi il gap sotto il profilo retributivo tra donne e uomini e, in ogni caso, il divario di genere tra la forza lavoro si è ridotto di soli tre punti percentuali dal 2005 e rimane fermo al 24%, con la conseguenza – scrive l’ILO – che ci vorrà un secolo per colmare il divario retributivo di genere a livello mondiale. Nello studio sono anche approfonditi gli effetti che l’ormai costante uso degli algoritmi e delle decisioni prese sulla base di questo nuovo meccanismo nel mondo del lavoro produce sui lavoratori. Il documento è corredato dagli indicatori per le specifiche situazioni trattate.
Aggiungi un commento