 La decisione di impedire in un fiera l’esposizione di prodotti provenienti da Israele, mentre è in corso un conflitto e sono perpetrati crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è una decisione politica, non sindacabile in sede giurisdizionale. Lo hanno stabilito i giudici francesi con la sentenza n. 4336 del 10 marzo con la quale è stata affermata l’incompetenza dei giudici nazionali a pronunciarsi su atti di natura politica che rientrano nella scelta discrezionale dell’organo legislativo o esecutivo (Tribunal des Conflits – Légifrance).
La decisione di impedire in un fiera l’esposizione di prodotti provenienti da Israele, mentre è in corso un conflitto e sono perpetrati crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è una decisione politica, non sindacabile in sede giurisdizionale. Lo hanno stabilito i giudici francesi con la sentenza n. 4336 del 10 marzo con la quale è stata affermata l’incompetenza dei giudici nazionali a pronunciarsi su atti di natura politica che rientrano nella scelta discrezionale dell’organo legislativo o esecutivo (Tribunal des Conflits – Légifrance).
Questi i fatti. Il Consiglio della difesa e della sicurezza nazionale, presieduto dal Presidente della Repubblica Macron, aveva deciso di vietare alle imprese israeliane (ne erano coinvolte sette) la concessione di uno stand e, quindi, di esporre, nei saloni della fiera “Euronaval”, dedicata al settore navale della difesa, materiali suscettibili di essere utilizzati dalle forze armate israeliane a Gaza o in Libano. Subito era arrivata la reazione del ministro della difesa israeliano Yoav Gallant (sul quale pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale) il quale sosteneva che era stata effettuata una discriminazione nei confronti delle aziende israeliane. Queste ultime, affiancate dall’associazione israeliana degli industriali, hanno impugnato il provvedimento di Euronaval che si occupa della gestione della fiera. Il Tribunale del commercio, ritenendosi competente, aveva annullato l’atto con il quale era stato deciso il no all’esposizione e aveva ordinato a Euronaval di sospendere le misure contro le imprese israeliane. Il prefetto ha impugnato la pronuncia dinanzi al Tribunal des conflits francese che ha accolto il ricorso. Il Tribunale ha annullato il verdetto reso in precedenza e ha precisato che l’atto che vietava l’attribuzione di stand alle imprese israeliane che producono materiale poi utilizzabile in conflitti armati rientra nel perimetro della gestione delle relazioni internazionali della Francia. Si tratta – osserva il Tribunale – di atti non sindacabili né dal giudice amministrativo né da altri organi giurisdizionali, con la conseguenza che il primo verdetto è stato ribaltato ed è stato confermato il no all’esposizione delle aziende israeliane.
Franco Barbarossa
luglio 25, 2025La Francia e la Spagna sono gli unici Paesi europei non servi totali di Usa e Trump . Bravi davvero