L’ONU chiede un registro per quantificare i danni in Ucraina

Una guerra che, come sempre accade, ha vittime tra la popolazione civile, ma anche gravi distruzioni e danni a infrastrutture, ospedali, scuole, abitazioni. Con una distruzione che è ormai su larga scala. L’Ucraina, oltre ad essere vittima di un’aggressione da parte della Russia, deve fare i conti con gli ingenti danni causati dall’aggressione. Di qui l’intervento dell’Assemblea generale che ha approvato, il 15 novembre, nel corso della sessione straordinaria di emergenza, la risoluzione 11/5 intitolata “Furtherance of remedy and reparation for aggression against Ukraine” (N2269355). La risoluzione, nel cui Preambolo sono stati richiamati gli articoli 33 e 14 della Carta, con un chiaro inquadramento dell’atto tra gli strumenti per risolvere con mezzi pacifici controversie internazionali, ha ottenuto 94 sì, 14 contrari e 73 astensioni.

In base al diritto internazionale lo Stato responsabile ha un obbligo di riparazione per i danni causati a seguito di un atto illecito e se certo è difficile ipotizzare ora conseguenze sulla Russia, è però possibile iniziare a quantificare i danni e a raccogliere le prove relative ad ogni tipo di distruzione conseguenza dell’aggressione. Inoltre, l’Assemblea generale chiede, d’intesa con l’Ucraina, la costituzione di un meccanismo per la riparazione dei danni da attivare successivamente. Queste le richieste. Resta da vedere non solo se sarà possibile attivare questo strumento, ma anche se poi effettivamente la Russia riparerà ciò che ha distrutto. Ma soprattutto bisogna attendere la fine della guerra, che continua senza spiragli di pace all’orizzonte.

Alcuni Stati, come la Cina, hanno espresso perplessità su una risoluzione che rischia di trasformare l’Assemblea generale in un organo giudiziario, con un potere di accertare la responsabilità degli Stati. Hanno affiancato la Cina, l’Iran, la Corea del Nord, il Venezuela e la Russia. Di diverso avviso gli Stati Uniti, secondo i quali la risoluzione si basa sul capitolo IV della Carta che attribuisce a tale organo ampi poteri di intervento.

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