Cooperazione da rafforzare nella lotta al riciclaggio

L’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine (UNODC), il Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI), Interpol e Egmont Group hanno pubblicato uno studio intitolato “International Co-operation on Money Laundering Detection, Investigation, and Prosecution Handbook” (Handbook) che si propone di fare il punto e indicare le best practices nella lotta al riciclaggio che diventa sempre più complessa per i continui sviluppi sul fronte tecnologico. In primo piano, proprio per il carattere transfrontaliero, sempre più spiccato, della criminalità, la cooperazione internazionale.

Nel testo sono individuate diverse forme di cooperazione (multilaterale, bilaterale, diagonale e congiunta nell’ambito delle indagini) che possono permettere di raggiungere risultati migliori nella lotta al crimine e, in particolare, nella lotta al riciclaggio che è al secondo posto, preceduta dal traffico di droga, come forma di criminalità transnazionale. Si sottolinea che le reti multilaterali permettono un rapido scambio di informazioni tra le diverse giurisdizioni attraverso un quadro chiaro, una governance ben delineata, punti di contatto designati da ciascuno Stato, protocolli standardizzati e canali di comunicazione sicuri. Tra i punti da sviluppare, la cooperazione diagonale tra le autorità competenti e l’identificazione di tipologie di informazioni relative alla criminalità che le autorità competenti possono richiedere.

Nella seconda parte sono analizzate le migliori pratiche, tra le quali anche una avviata da Italia, Spagna e Paesi Bassi nel 2024 e il coinvolgimento dei professionisti nell’applicazione delle norme antiriciclaggio con meccanismi di coordinamento nazionali formalizzati, mentre nell’ultima parte sono segnalate alcune criticità nella cooperazione internazionale, in taluni casi dovute all’eccessiva burocrazia.

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