Il Consiglio di sicurezza con la risoluzione n. 2805 del 26 novembre (Peacebuilding), approvata all’unanimità, con qualche dichiarazione polemica degli Stati Uniti (si veda il testo Dichiarazioni), ha riaffermato il ruolo essenziale delle attività di peacebuilding e della commissione che se ne occupa, chiedendo a quest’ultima di redigere un piano annuale evidenziando le tematiche che interessano le diverse regioni. Nella risoluzione, che procede alla quarta revisione del sistema da quando è stata istituita la UN Peacebuilding Architecture 2005, si chiede alla Peacebuilding Commission di predisporre una piattaforma che possa essere di supporto agli Stati membri, su richiesta di questi ultimi per rafforzare il sistema di peacebuilding. Certo, con i tagli dell’amministrazione americana si apre il fronte dei fondi e, quindi, è richiesta una cooperazione rafforzata con il fondo istituito per finanziare le peacebuilding operations. Il Consiglio ha chiesto, inoltre, al Segretario generale, entro il 2030, di procedere a una revisione del quadro di carattere generale. La risoluzione è stata votata all’unanimità, ma il delegato Usa è intervenuto per precisare che è utile un “back to basics” per evitare la costituzione di nuovi meccanismi che possano essere utilizzati per aggirare la volontà del Consiglio di sicurezza. Inoltre, gli Stati Uniti hanno sottolineato che malgrado il budget delle Nazioni unite sia aumentato di 8 volte dalla sua istituzione, non si è verificato un corrispondente aumento della pace dello stesso livello e forse varrebbe la pena che l’amministrazione americana provasse a individuare i responsabili (qui il testo Dichiarazioni).
Analoga risoluzione, con una prassi consolidata in questo campo, è stata adottata dall’Assemblea generale (qui il testo https://www.un.org/en/ga/80/resolutions.shtml.
Aggiungi un commento