L’Italia supera l’esame del Gruppo di esperti per le azioni contro la violenza sulle donne e la violenza domestica (GREVIO) che ha pubblicato il 2 dicembre il primo rapporto di valutazione tematico sull’Italia (GREVIO – I Italia). A convincere il GREVIO, è stata soprattutto la legislazione adottata dall’Italia che indica la volontà di dare attuazione effettiva alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica adottata a Istanbul l’11 maggio 2011, in vigore dal 1° agosto 2014, e ratificata dall’Italia con legge n. 77 del 27 giugno 2013. In particolare, il giudizio positivo è stato espresso sulla nuova legge sulle statistiche in tema di violenza di genere, che assicura una raccolta completa dei dati, sulle riforme del processo penale che introducono l’obbligo di nominare pubblici ministeri specializzati per i reati che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione e sull’obbligo di pubblicare linee guida nazionali sulla formazione dei professionisti in questo campo. Il GREVIO ha anche valutato positivamente le misure per accelerare i processi sul diritto di famiglia nel caso di accuse di violenza domestica, il potenziamento dei poteri d’indagine del magistrato competente, il rafforzamento del coordinamento tra giudici, magistrati e avvocati in questo campo, nonché l’introduzione del reato di femminicidio.
Tra gli altri elementi positivi, anche l’adozione del piano strategico sulla violenza maschile contro le donne e il Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica a cui è allegato un piano di attuazione (2025-2026). Anche in quest’ambito la tecnologia può essere utile a un miglioramento della tutela delle donne e così è stata lanciata dall’Italia l’applicazione Youpol per segnalare gli atti di violenza alla polizia attraverso mezzi digitali. Rafforzato l’obbligo di videoregistrazione dei colloqui con le vittime vulnerabili.
Nota dolente le risorse, che dovrebbero essere aumentate per attuare effettivamente le riforme della giustizia penale. Il GREVIO ha anche indicato l’introduzione di percorsi formativi obbligatori sulla violenza contro le donne per gli attori della giustizia penale. Resta il problema della durata dei processi, della presenza di pene non sempre dissuasive, nonché i casi di vittimizzazione secondaria a causa di stereotipi di genere. Preoccupazioni anche per la giustizia riparativa, la cui attuazione richiede l’applicazione sistematica di numerose garanzie che non sempre sono attuate in modo effettivo. Il rapporto si conclude con una serie di indicazioni all’Italia per assicurare un ulteriore miglioramento della situazione.
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