Il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) del Consiglio d’Europa ha pubblicato il rapporto annuale sullo stato di attuazione della Carta sociale europea nel quale ha chiesto ai Paesi parte alla Carta di adottare una normativa interna che preveda un salario minimo netto che sia pari almeno al 60% del salario medio netto nazionale (rapporto CEDS diritti sociali). L’inflazione e le crisi geopolitiche hanno fatto aumentare la povertà e, quindi, i Governi devono intervenire imponendo prezzi bassi per gli alimenti di base, l’accesso all’energia stabile e assicurare l’attuazione del diritto all’abitazione, anche predisponendo una maggiore assistenza abitativa al fine di garantire l’effettiva applicazione della Carta sociale europea, adottata nel 1961 e modificata nel 1996, integrata da tre Protocolli (ratificata dall’Italia con legge 9 febbraio 1999 n. 30).
Il Comitato, dopo aver esaminato le diverse misure adottate dagli Stati parte (41) e da organizzazioni della società civile, ha rilevato che malgrado il costo della vita sia un po’ diminuito rispetto al 2023, esso è rimasto comunque elevato nel 2024. Nell’anno di riferimento il Comitato ha adottato 12 decisioni di merito a seguito di reclami e 12 decisione di ammissibilità. Sono stati depositati dieci nuovi reclami collettivi presentati da sindacati, organizzazioni non governative e organizzazioni di datori di lavoro in particolare contro Spagna (4), Italia (2), Belgio, Francia, Grecia e Norvegia (1).
Tra i risultati positivi raggiungi nel 2024, l’adozione della Dichiarazione di Vilnius con la quale, oltre ad affermare “l’indivisibilità di tutti i diritti umani”, il Comitato ha chiesto agli Stati di rafforzare un dialogo costruttivo con le parti sociali e misure più efficaci per eliminare forme di discriminazione sociale.
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