Conflitti armati: il 2024 è stato l’anno con il più alto numero di violazioni contro i bambini

Sono state 41.370 le gravi violazioni contro i bambini perpetrate nel corso di conflitti armati, con un continuo peggioramento della situazione che dura da almeno tre anni. Lo sostiene il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel rapporto annuale su bambini e conflitti armati presentato il 17 giugno (rapporto bambini e conflitti armati) il quale ha evidenziato che, nel 2024, si è verificato un aumento del 25% delle gravi violazioni nei confronti dei bambini rispetto al 2023. Un numero comunque al ribasso tenendo conto che sono state calcolate unicamente le violazioni verificate in modo indipendente dalle Nazioni Unite, con la conseguenza che il numero potrebbe essere ben più alto. L’incremento – si legge nel rapporto – è stato anche causato dalla proliferazione di attacchi indiscriminati nei confronti dei civili e a un peggioramento delle crisi in tutto il mondo. Sono otto gli Stati che si collocano al vertice per numero di vittime: Repubblica democratica del Congo, Israele, Myanmar, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria e Russia. Il più alto numero di violazioni è stato registrato nei Territori palestinesi occupati da Israele e in Israele: 8.554 le violazioni, che vuol dire il doppio di quelle registrate nella Repubblica del Congo (4.043). In particolare, 7.188 gravi violazioni sono state attribuite alle forze armate e di sicurezza israeliane, di 43 non è stato possibile individuare i responsabili, 42 sono attribuibili ai coloni, 11 a palestinesi, 7 alle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese, 3 a Hezbollah e 1 a forze iraniane. Sono ancora 1.259 i casi sotto esame per l’attribuzione ai responsabili.

Nel rapporto è sottolineato che se certo gli attori non statali hanno un ruolo centrale nelle violazioni contro i singoli bambini, gli attori statali sono i principali responsabili dell’uccisione e della mutilazione dei bambini, dell’attacco a scuole e ospedali e della negazione all’accesso umanitario.

 Sempre più diffuso l’utilizzo di armi esplosive nelle zone popolate e la diffusione di ordigni inesplosi. In aumento anche la violenza sessuale con un incremento del 35% rispetto al 2023: in Congo solo nei primi mesi del 2025 sono stati segnalati 10.000 casi di stupro e di violenza sessuale.

Unico elemento positivo è dato dal fatto che 16.482 bambini-soldato hanno ricevuto protezione e sostegno per il reinserimento. 

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