Le vittime della tratta degli esseri umani, in particolare i minori, non sono identificati in modo corretto e sono trattati come soggetti che delinquono e non come vittime. Lo scrive il GRETA, il Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani che monitora la Convenzione sulla lotta contro la tratta di esseri umani del 16 maggio 2005 (ratificata da 48 Stati, inclusi Bielorussia e Israele), che ha diffuso, il 6 giugno 2025, il rapporto annuale con riferimento ai dati 2024 (rapporto GRETA).
L’approccio degli Stati alle vittime minorenni della tratta non è corretto e, quindi, il GRETA chiede un rafforzamento dei sistemi di protezione dei minori e un’integrazione delle misure di lotta contro la tratta nelle risposte umanitarie.
Il GRETA è preoccupato dall’incremento della tratta ai fini dello sfruttamento del lavoro e chiede alle autorità nazionali di rafforzare le ispezioni del lavoro e i diritti sociali dei lavoratori migranti. Un aspetto nuovo è l’uso delle tecnologie ai fini della tratta che richiede una maggiore formazione degli operatori del diritto. Il Gruppo di esperti sottolinea l’importanza dell’articolo 13 della Convenzione che si occupa del periodo di recupero e di riflessione in base al quale gli Stati parte devono garantire che nella legislazione nazionale sia previsto un periodo di recupero e di riflessione di almeno 30 giorni, nei casi in cui sussistano motivi per credere che la persona in questione sia una vittima, situazione che impedisce le espulsioni. Per assicurare un adeguato funzionamento della norma, il GRETA ha adottato, nel 2024, una Guida pratica per aiutare gli Stati nell’attuazione della regola (Guidance).
Nel 2024 l’Italia è stata oggetto del monitoraggio, insieme ad altri dodici Paesi.
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