La Corte di appello inglese (divisione civile), con la sentenza depositata l’11 settembre 2025 (The Royal Embassy of Saudi Arabia and Ms Abir Alhayali, [2025] EWCA Civ 1162, Judiciary.uk), ha dato il via libera all’azione giurisdizionale avviata da una ex dipendente nei confronti dell’Ambasciata saudita a Londra, escludendo la possibilità per lo Stato di invocare l’immunità dalla giurisdizione. Non priva di ostacoli la via giudiziaria scelta dalla donna, dipendente dell’ambasciata e cittadina non saudita, che era addetta a funzioni nel settore della cultura. La ricorrente contestava il licenziamento e sottolineava l’esistenza di diverse violazioni contrattuali, di molestie, nonché discriminazioni di genere e dovute al credo religioso. L’Employment Tribunal sosteneva che non potesse essere riconosciuta alcuna immunità ritenendo, in aggiunta, che l’Ambasciata sembrava aver rinunciato a farla valere, almeno per alcuni aspetti. In ogni caso, i giudici sostenevano che la donna non era addetta allo svolgimento di attività rientranti tra gli atti iure imperi o comunque legati all’esercizio di poteri sovrani e, così, aveva escluso l’immunità. L’Employment Appeal Tribunal, invece, era giunto alla conclusione che non vi fosse stata alcuna rinuncia all’immunità, non condividendo altresì l’esclusione delle attività svolte dalla dipendente da quelle sovrane, riconoscendo così l’immunità. Di diverso avviso la Court of Appeal secondo la quale è vero che non si era verificata alcuna rinuncia all’immunità da parte dell’Arabia Saudita, ma le funzioni svolte dalla dipendente non rientravano tra quelle sovrane. Inoltre, alla luce dello State Immunity Act del 1978 e della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche in ogni caso andava applicata l’eccezione all’immunità dovuta ai casi di lesione all’integrità fisica di una persona. La Corte, inoltre, rileva che le ambasciate non possono automaticamente ritenere applicabile l’immunità, ma devono valutare il tipo di attività svolta dal lavoratore e i danni subiti. Sì, quindi, alla valutazione nel merito da parte dei giudici inglesi.
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