ILO: gender gap e misure per colmare il divario intervenendo sui congedi parentali retribuiti

Un divario enorme, in grado di condizionare la crescita professionale e gli avanzamenti delle donne nel mondo del lavoro. È quanto caratterizza il quadro dei congedi parentali retribuiti che vede le donne usufruire in media di 24,7 settimane di congedo e i padri fermi a 2,2 settimane, che vuol dire uno stacco di cinque mesi. Una disparità di trattamento che porta costi economici e sociali come sottolineato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization, ILO) in un documento pubblicato a fine giugno e intitolato “Closing the gender gap in paid parental leaves” (ILO gender gap).

I dati, soprattutto nell’anno dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario della Convenzione sulla protezione della maternità del 2000 (n. 183, Convenzione maternità), non ratificata dall’Italia che l’ha solo firmata, preoccupano l’Organizzazione che, oltre a tracciare il quadro normativo esistente, anche con un’analisi comparata, ha proposto alcune soluzioni partendo dall’applicazione di sistemi di congedo parentale più equi, inclusivi e sostenibili in grado di affermare un identico ruolo di assistenza ai figli da parte di entrambi i genitori. Un cambiamento necessario anche per rafforzare un principio indispensabile nella società ossia che i genitori hanno un identico ruolo e identici obblighi, con la conseguenza che ciò potrebbe condurre a maggiori opportunità per le donne nel mondo del lavoro. Dal documento risulta che, sulla base dei dati raccolti nel database attivato dall’ILO, nel 2024, 121 su 186 Paesi hanno garantito un congedo al padre, anche se nella maggior parte dei Paesi questo diritto è stato introdotto solo 10 anni prima. Inoltre, 31 Paesi, nello stesso arco temporale, hanno aumentato la durata del congedo con un riconoscimento del ruolo della paternità, contribuendo a importanti cambiamenti nella società anche sul fronte dell’uguaglianza e assicurando un’equa distribuzione del lavoro di assistenza non pagato tra uomini e donne. L’ILO denuncia, però, che in molti Paesi vi è un quadro normativo sbilanciato con conseguenze sulla vita professionale delle donne anche a causa dei lunghi periodi di congedo parentale concessi alle madri, senza obblighi per i padri. Alcuni Paesi fanno meglio. È il caso della Finlandia dove, ai 40 giorni lavorativi di congedo concessi per la maternità, si affiancano, per ciascun genitore, in modo identico, 160 giorni di congedo parentale, con la possibilità di un trasferimento di 63 giorni (possibilità che porta a un numero maggiore di giorni richiesto dalle madri). In ogni caso, in 42 Paesi i congedi parentali retribuiti riservati ai padri rappresentano solo il 5% del totale e in 71 Paesi mancano leggi che riconoscano tale diritto. Ricostruito il quadro normativo, l’Organizzazione internazionale del lavoro ha fornito alcune raccomandazioni per migliorare il quadro, tra le quali la concessione di bonus riservati ai padri al fine di incoraggiare il ricorso al congedo (come avviene in Canada, Germania, Italia e Giappone) e l’aumento di investimenti in quest’ambito nel segno della solidarietà e dell’uguaglianza.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *