Monitoraggio dei diritti umani nel contesto migratorio in uno studio dell’Alto Commissariato Onu per i diritti umani

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha presentato, su richiesta del Consiglio per i diritti umani, uno studio sul monitoraggio dei diritti umani nel contesto dell’immigrazione (A/HRC/60/57, immigrazione). Non di rado – si legge nel documento – l’approccio degli Stati è di limitare l’applicazione effettiva degli obblighi (e i connessi diritti) in materia di diritti dell’uomo in questo contesto, con una diffusione di pratiche di intercettazione dei migranti non conformi alle regole internazionali e con numerosi casi di detenzione arbitraria I confini sono spesso zone franche sul fronte del rispetto dei diritti dell’uomo in cui i migranti senza documenti sono “invisibili e marginalizzati”. Per fronteggiare e arginare queste violazioni, nel rapporto si chiede una più attenta azione di monitoraggio, che è essenziale per garantire una governance adeguata in questo campo, rispettosa degli obblighi internazionali. Quest’attività di monitoraggio è  anche necessaria per accertare le modalità con le quali i migranti sono trattenuti in centri di detenzione dei migranti e, in quest’ambito, un ruolo potrebbe essere svolto anche grazie al Protocollo alla Convenzione contro la tortura tenendo conto che il sistema di controllo preventivo previsto in detto atto si applica ad ogni luogo in cui si verifica una privazione della libertà personale, inclusi quelli in cui sono trattenuti i migranti. Indispensabile anche una verifica attenta nei casi di espulsione.

Per quanto riguarda i soggetti a cui affidare tali controlli, la soluzione migliore è quella di assicurare un’integrazione tra organismi internazionali a ciò preposti e organismi nazionali, perché ciò può portare all’applicazione effettiva delle garanzie previste nei trattati internazionali. Nel documento sono anche riportate buone prassi di monitoraggio già seguite da alcuni Paesi e i benefici e i rischi che arrivano dall’utilizzo delle nuove tecnologie.

Lo studio si chiude con una serie di raccomandazioni agli organismi internazionali a tutela dei diritti umani e agli Stati.

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