Respinta la richiesta di sospensione dei mandati di arresto della Corte penale internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant

Fallito il tentativo di Israele di bloccare l’azione della Corte penale internazionale. Con la decisione depositata il 16 luglio, la Pre-Trial Chamber ha respinto il ricorso di Tel Aviv che chiedeva il ritiro del mandato di arresto nei confronti del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del Ministro della difesa Yoav Gallant e la sospensione delle indagini per i presunti crimini commessi in Palestina (Israel). La richiesta era stata presentata il 9 maggio ed era basata sul fatto che la decisione della Pre-Trial Chamber, in diversa composizione, il 21 novembre 2024, aveva accolto la richiesta di emissione dei mandati di arresto dei due accusati malgrado fosse aperto un procedimento nel quale Israele contestava la competenza della Corte sulla situazione palestinese ritenendo che la Palestina non potesse essere considerata come Stato parte malgrado ciò fosse stato acclarato con la decisione della Pre-Trial Chamber del 5 febbraio 2021. Su questo punto, Israele, il 23 novembre 2024 aveva presentato un ricorso contestando la giurisdizione della Corte che era stata respinto. Ne era seguito un appello con richiesta di sospensione dei provvedimenti fino a quel momento adottati. La Camera di appello, il 24 aprile 2025, aveva stabilito che la decisione della Camera sulla giurisdizione non fosse stata adeguatamente motivata richiedendo un nuova pronuncia sulla competenza giurisdizionale, escludendo però la sospensione dei mandati di arresto.

Israele è andata avanti ritenendo che la Pre-Trial Chamber non avrebbe potuto emettere i mandati in quanto non esisteva un valido legame giurisdizionale a sostegno dell’emissione degli indicati provvedimenti, che questi ultimi avrebbero violato i diritti umani degli indagati (non è chiaro come) e finanche che i mandati di arresto porterebbero a commettere atti internazionalmente illeciti nei confronti di Israele. Chiesta anche la sospensione di ogni indagine fino a quando non vi sia un accertamento della competenza giurisdizionale della Corte in base all’articolo 19 dello Statuto della Corte. La decisione della Pre-Trial Chamber ha riguardato solo la questione dei mandati di arresto e i giudici hanno respinto la richiesta di Israele circa la sospensione delle indagini nei confronti dei due accusati e sulla situazione in Palestina. Per la Camera, la circostanza che sia in corso un procedimento sull’accertamento della giurisdizione non inficia in alcun modo il procedimento relativo ai mandati di arresto. Inoltre, la Camera di appello non ha fatto alcuna constatazione diretta o indiretta sulla validità o meno della decisione ex articolo 19 dello Statuto tanto più che, sul procedimento sulla giurisdizione la Camera di appello ha deciso di rimandare la decisione ex art. 19, 2 solo sulla base del primo motivo di appello di Israele.

Così, la nuova decisione del 16 luglio 2025 spazza ogni dubbio sull’obbligo degli Stati vincolati dallo Statuto della Corte ad eseguire i mandati di arresto.

Si veda il post https://www.marinacastellaneta.it/blog/corte-penale-internazionale-la-procura-chiede-larresto-di-netanyahu-e-dei-leader-di-hamas.html

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