Parte la raccolta firme per l’iniziativa dei cittadini europei sulla sospensione dell’Accordo di associazione Ue – Israele

“Richiedere la sospensione totale dell’Accordo di associazione UE-Israele in considerazione delle violazioni dei diritti umani commesse da Israele”: è l’iniziativa dei cittadini europei registrata il 26 novembre dalla Commissione europea (n. ECI(2025)000005, C_2025_8013_EN). Un iter in salita quello che attende i promotori dell’iniziativa, ma che vede già un primo risultato ossia il superamento del filtro di ammissibilità, con la Commissione che, dopo aver segnalato ad agosto alcune criticità dell’iniziativa, portando gli organizzatori a modificarla, ha ritenuto soddisfatti i requisiti formali fissati dal regolamento (UE) 2019/788 riguardante l’iniziativa dei cittadini europei (2019:788).

Adesso parte la raccolta delle firme, che dovranno arrivare almeno a 1 milione, entro 12 mesi,  con un numero minimo raggiunto in almeno 7 Stati membri (qui le soglie minime richieste https://citizens-initiative.europa.eu/thresholds_it), per fare in modo che poi Bruxelles esamini il merito. Al centro dell’iniziativa, l’Accordo di associazione concluso tra Unione Europea e Israele nel 1995 che dovrebbe essere sospeso tenendo conto dei crimini commessi da Tel Aviv nella Striscia di Gaza. L’Accordo è finalizzato ad agevolare gli scambi commerciali e a promuovere la cooperazione scientifica, tecnologica e culturale e, sotto il profilo economico, ha portato indiscutibili vantaggi, tenendo conto che oltre il 34% delle importazioni di Israele proviene dall’Unione europea e il 28% delle esportazioni israeliane ha come destinazione il mercato europeo. Dati che fanno sì che l’Unione europea sia il principale partner commerciale di Israele, per un valore di scambi di merci pari a 42,6 miliardi di euro. Non solo. Israele ha aderito al programma per la ricerca e innovazione Horizon e, quindi, ben 1,11 miliardi di euro sono destinati a imprese, università ed enti pubblici israeliani anche in settori strategici in grado di avere un effetto sulle capacità militari di Israele (tra i 921 progetti di 231 beneficiari israeliani, molti sono connessi al settore militare). L’Unione europea che, quindi, alla luce dei numeri indicati avrebbe potuto avere un ruolo centrale, finora, rispetto ai crimini commessi a Gaza, è stata inerte. Eppure, l’Accordo di associazione parla chiaro: è indispensabile il rispetto dei diritti umani sia sul piano interno sia sul piano internazionale ed è evidente che Israele da diverso tempo ha violato queste regole. Tuttavia, l’Unione europea, salvo una solidarietà di facciata, ha fatto finta di niente e continua a mantenere in piedi un Accordo malgrado l’articolo 2 attribuisca ai contraenti il diritto (ma in questo caso un dovere) di sospenderlo in via unilaterale.

Così, gli organizzatori dell’iniziativa hanno avviato la raccolta delle firme per chiedere alla Commissione di presentare al Consiglio una proposta di sospensione dell’Accordo anche alla luce delle ordinanze della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio, 28 marzo e 24 maggio 2024 e della nota emessa dal Rappresentante speciale dell’Unione europea il 20 giugno 2025 (qui il testo https://euobserver.com/eu-and-the-world/ar0246a0da) in cui sono sottolineate le gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele.

Qui il sito https://citizens-initiative.europa.eu/find-initiative_en

 

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