Nuovo confronto tra Corte costituzionale tedesca e Ue

La Corte costituzionale tedesca fa un passo indietro e rafforza il diritto Ue. Con la pronuncia depositata il 26 agosto 2010 (2BVR 2661/06, http://www.bundesverfassungsgericht.de/pressemitteilungen/bvg10-069.html), la Consulta ha ritenuto corretto il comportamento di un tribunale federale tedesco che aveva interpretato e applicato il diritto interno sul lavoro a tempo determinato alla luce della sentenza della Corte Ue nel caso Mangold (sentenza 22 novembre 2005, C-144/04) con la quale è stato affermato che il principio di non discriminazione in base all’età è un principio generale di diritto comunitario, ritenendo superfluo un nuovo rinvio pregiudiziale a Lussemburgo. I giudici costituzionali hanno respinto le istanze di una lavoratrice tedesca che riteneva necessario un nuovo rinvio alla Corte Ue perché, a suo dire, gli eurogiudici avevano agito al di là dei propri poteri. Una posizione non condivisa dalla Corte costituzionale che ha non solo ribadito l’obbligo di interpretare il diritto interno alla luce della giurisprudenza della Corte Ue, ma ha limitato il proprio intevento ai soli casi in cui la potestà dell’Unione europea venga esercitata palesemente in contrasto con le competenze attribuite e costituisca, in pratica, un eccesso di potere.

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