La Corte europea dà seguito alla richiesta degli Stati parti alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che, nel corso della Conferenza di Bruxelles del 2015, avevano chiesto di modificare il contenuto della comunicazione del giudice unico che si pronuncia sui casi che appaiono prima facie irricevibile, in linea con il Protocollo n. 14, con il semplice invio di una lettera senza motivazioni. Ed invero, se da un lato il sistema ha permesso di smaltire in tempi rapidi l’arretrato, è anche vero che per i ricorrenti era insoddisfacente ricevere una lettera con la quale si comunicava semplicemente il rigetto della domanda. Un sistema, d’altra parte, che presentava anche dubbi circa la compatibilità stessa con i principi del giusto processo. Ora la Corte, almeno in parte, volta pagina. Dal 1° giugno, infatti, cambia il sistema di comunicazione delle decisioni del giudice unico. Il ricorrente riceverà la comunicazione in una delle lingue ufficiali della Corte e firmata dal giudice unico, accompagnata da una lettera nella lingua nazionale del ricorrente, con un richiamo ai motivi specifici che hanno spinto il giudice a dichiarare il ricorso irricevibile, salvo nei casi in cui nel ricorso siano presenti numerosi motivi di irricevibilità (new system).
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gianfranco fiore
giugno 13, 2017Era ora ,specialmente la sezione Italiana del CEDU stava abusando della brillante invenzione dell’irricevibilità,non prevista dal trattato della Convenzione,era meglio assumere e non fare arbitrii per tagliare il lavoro.