Semplificare, incrementare la competitività e assicurare la transizione Green. Sono le parole d’ordine del pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea il 26 febbraio che punta a una riduzione degli oneri amministrativi del 25% e del 35% per le piccole e medie imprese, di fatto ridisegnando il quadro normativo sulla due diligence, sulla rendicontazione e sulla tassonomia. Un riposizionamento, rispetto alle regole esistenti, soprattutto sul fronte degli obblighi per le imprese in materia di rendicontazione e nell’attuazione degli obblighi di tassonomia che, anche a causa della posizione degli Stati Uniti che tornano al passato con i dazi e annullano tutti i limiti a tutela dell’ambiente, richiede una maggiore competitività delle imprese europee. La Commissione, sentiti gli stakeholders, punta a una serie di interventi e parte con il pacchetto Omnibus I che interviene nel settore dell’informativa sulla sostenibilità attenuando gli obblighi derivanti dalla direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD) e dal regolamento sulla tassonomia.
Per quanto riguarda la prima direttiva, la Commissione ha presentato la nuova proposta (Omnibus I, COM(2025)80, diligenza) per la modifica della direttiva 2022/2464 sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD) e della 2024/1760 sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (direttiva CSDDD, Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e quella sulla modifica delle direttive 2006/43, 2013/34, 2022/2464 e 2024/1760 sul reporting in materia di sostenibilità aziendale e degli obblighi di due diligence (Omnibus I, COM(2025)81, diligenza 2). La Commissione ha presentato anche un documento di lavoro sui due testi (SWD-Omnibus-80-81_En) e domande e risposte per chiarire i cambiamenti (Questions_and_answers_).
Le proposte esonerano l’80% delle imprese dall’applicazione della direttiva CSRD, anche evitando che gli obblighi di informativa per le grandi imprese “si ripercuotano sulle imprese più piccole delle loro catene di valore” e posticipando di due anni gli obblighi di informativa per le imprese che adesso rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva.
Per la tassonomia è introdotta “l’opzione di comunicare informazioni sulle attività parzialmente allineate alla tassonomia” procedendo a un finanziamento per agevolare il tragitto verso la sostenibilità. Semplificati anche i criteri di DNSH (“non arrecare un danno significativo”). Per quanto riguarda la direttiva 2024/1760 sorprendono le modifiche richieste ad appena un anno dalla sua adozione e certamente inducono a ritenere che l’Unione dovrebbe essere più accorta nell’approvazione di testi a forte impatto sull’economia. La nuova proposta invoca, ancora una volta, la semplificazione e una riduzione degli oneri amministrativi e concede più tempo alle imprese con il rinvio di un anno (al 26 luglio 2028) per l’attuazione del quadro esistente.
La Commissione ha presentato anche il documento per semplificare il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per un commercio equo (Omnibus II, COM_2025_87_1_EN_ACT_part1_v5, accompagnato dall’allegato allegato).
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