Acqua non salubre: lo Stato deve corrispondere un indennizzo adeguato

Gli Stati hanno l’obbligo di versare un indennizzo effettivo alle vittime di inquinamento, anche quando un danno provocato dall’acqua insalubre è causato a un’unica persona. Lo ha chiarito la Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza del 25 ottobre (Otgon, n. 22743/07) con la quale Strasburgo ha condannato la Moldova che aveva versato un indennizzo troppo basso a una donna la quale era stata colpita da una grave dissenteria per aver bevuto acqua dal rubinetto (case-of-otgon). La donna era stata ricoverata per due settimane in ospedale. Era stato accertato che l’acqua era stata contaminata da liquami. Di qui l’azione contro lo Stato. Ed invero, i tribunali nazionali avevano riconosciuto la responsabilità delle autorità statali e, in particolare, della società dell’acqua gestita dallo Stato, ma avevano liquidato un importo di soli 310 euro. Di qui il ricorso alla Corte europea che ha dato ragione alla donna. Per la Corte, gli Stati, in base all’articolo 8 della Convenzione europea che assicura il rispetto al diritto della vita privata e familiare, sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie per garantire il benessere degli individui. Di conseguenza, lo Stato è responsabile se causa un inquinamento o se non adotta alcuna misura per impedirlo. Nel caso in esame, l’ambiente non salubre dovuto a un inquinamento della falda acquifera ha leso il benessere della ricorrente. Ciò è stato riconosciuto dalle autorità giurisdizionali nazionali che, però, hanno stabilito un indennizzo di soli 310 euro, ben al di sotto degli importi concessi in casi analoghi dalla Corte europea che ha così deciso una liquidazione di 4mila euro.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *