Adottati i nuovi Orientamenti sulla libera circolazione dei cittadini UE

La Commissione europea ha pubblicato, il 6 dicembre, nel contesto di alcune misure per rafforzare i diritti dei cittadini Ue, a 30 anni dalla cittadinanza europea, introdotta grazie al Trattato di Maastricht, una “guida” aggiornata contenente gli orientamenti sul diritto alla libera circolazione dei cittadini Ue e delle loro famiglie (C(2023) 8500, Libera circolazione). L’obiettivo è anche quello di supportare i giudici nazionali nell’applicazione delle regole Ue in materia di libera circolazione (anche se non è ben chiaro perché la pubblicazione sia solo in inglese, francese e tedesco), tenendo conto dei tanti sviluppi e delle numerose sentenze adottate dalla Corte di giustizia dell’Unione europea che rendeva necessario un aggiornamento della precedente guida del 2009. In particolare, la Commissione si è soffermata sui chiarimenti nell’applicazione degli articoli 4 (diritto di uscita) e 5 (diritto d’ingresso) della direttiva 2004/38, con riguardo ai cittadini Ue e ai familiari cittadini extra-UE. Sono altresì riportate le pronunce della Corte di giustizia sul diritto di soggiorno fino a tre mesi e per periodi superiori. Una sezione è dedicata agli studenti e ai cittadini UE non attivi economicamente, con la precisazione della nozione di risorse sufficienti. Il capitolo 9 è rivolto ad approfondire le condizioni per l’esercizio del diritto di soggiorno permanente nei casi in cui il cittadino Ue abbia soggiornato legalmente e in via continuativa per cinque anni nello Stato membro ospitante, con un’analisi del calcolo dei periodi di assenza consentiti al fine di non incidere sul periodo di permanenza richiesto. Spazio alla giurisprudenza sul diritto al lavoro, sulla parità di trattamento e sull’accesso ai servizi sociali e all’assistenza. Il capitolo 13 è dedicato alle limitazioni del diritto di ingresso e di soggiorno per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica. Un approfondimento ad hoc è rivolto alla sentenza della Corte Ue Ruiz Zambrano (C-34/09).

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