Allarme dell’Unione europea per la libertà di stampa in Italia

Libertà di stampa in caduta libera in Europa. Negli ultimi 10 anni, tra diminuzione del pluralismo a vantaggio della concentrazione proprietaria dei media e normative restrittive per il lavoro dei giornalisti, gli Stati membri dell’Unione europea mostrano un volto poco rassicurante sul fronte di un diritto che è essenziale per la democrazia. Aumentano poi le minacce e le pressioni sui giornalisti. Episodi gravi che, però, quasi ovunque rimangono impuniti. Un vero e proprio grido di allarme quello lanciato dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali in un rapporto su “Violenza, minacce e pressioni nei confronti dei giornalisti e di altri soggetti dei media nell’Unione europea”, presentato il 17 novembre nel corso della seconda conferenza annuale sui diritti fondamentali (fra-2016-threats-and-pressures-journalists_en). Grave la situazione italiana che, nella classifica relativa ai casi di minacce e pressioni subite da giornalisti dal 1° gennaio 2014 al 1° settembre 2016, passa da 58 casi di giornalisti minacciati nel 2014 a 92 nel 2016. Il numero più alto in assoluto nello spazio Ue. Segue la Francia a quota 55 e la Polonia a 29. D”altra parte, anche in base al World Press Freedom Index Ranking, l’Italia è piombata dal 57esimo posto del 2012 al 77esimo nel 2016. In via generale, è aumentata l’ingerenza della politica, con progetti di legge, dalla Francia al Regno Unito, volti a intaccare il principio della segretezza delle fonti. Una reazione, forse, ai casi come Luxleaks e Panama Papers che hanno colpito molti potenti. Sulla concentrazione della proprietà, preoccupazione per Italia e Francia.

Diffuso anche il sondaggio di Eurobarometro sui temi del pluralismo dei media e della democrazia (ebs_452_en).

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