Il regime di prescrizione va modificato perché costituisce una delle cause della mancata punizione effettiva di coloro che commettono il reato di corruzione che divampa in Italia più che nel resto d’Europa. E’ quanto risulta dal primo rapporto sulla lotta alla corruzione nell’Unione europea diffuso oggi dalla Commissione (COM (2014)38 del 3 febbraio 2014 (acr_2014_en), che ha fatto il punto sulla situazione negli Stati membri.
Per quanto riguarda il quadro generale, malgrado l’adozione della decisione quadro 2003/568/Gai del 22 luglio 2003 relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato esistono ancora troppe variabili da Stato a Stato, tant’è che in alcuni Paesi, come l’Italia, la corruzione è una vera e propria emergenza. Mancano poi misure preventive. Da rafforzare, – precisa la Commissione – anche l’adozione di norme etiche, misure di sensibilizzazione, un accesso facilitato alle informazioni di pubblico interesse e normative adeguate sui conflitti di interesse. In troppi casi la lotta alla corruzione è bloccata da indagini lente, dalla mancanza di statistiche, da ostacoli procedurali, comprese le difficoltà relative alla revoca delle immunità parlamentari. I settori più compromessi quello dello sviluppo urbano, dell’edilizia e dell’assistenza sanitaria.
La Commissione europea, oltre al rapporto generale, ha stilato una relazione per ogni paese (qui quello relativo all’Italia 2014_acr_italy_chapter_en 201; acr_italy_factsheet_en).
A quest’indirizzo le relazioni relative anche agli altri Stati membri http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/organized-crime-and-human-trafficking/corruption/anti-corruption-report/index_en.htm.
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