Diritto alla privacy e raccolta indiscriminata di dati: un convegno per fare il punto sulle questioni giuridiche

La raccolta di dati su larga scala serve alla lotta al terrorismo internazionale? E’ utile sacrificare i diritti dei cittadini europei violando la privacy in nome della sicurezza? A queste e altre domande hanno risposto studiosi e magistrati nell’ambito del Convegno, organizzato dalla cattedra Jean Monnet dell’Università degli studi di Camerino, dal titolo “La rete, i cittadini e i diritti. I diritti fondamentali alla protezione dei dati personali nel tempo di PRISM”. L’intero evento, che si è svolto il 12 novembre, può essere seguito sul sito http://www.radioradicale.it/scheda/395927/la-rete-i-cittadini-e-i-diritti-il-diritto-fondamentale-alla-protezione-dei-dati-personali-nel-tempo-di-pr. Tra gli altri interventi quello del dott. Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano (“Datagate, sicurezza e antiterrorismo: la raccolta indiscriminata di dati non serve”), del prof. Sandro Di Minco, docente Jean Monnet dell’Università di Camerino (“Datagate e privacy dei cittadini europei. Verso un nuovo regolamento europeo per una più efficace protezione dei diritti fondamentali”), del dott. Bruno Gencarelli, vice capo Unità Protezione dei dati personali della Commissione europea, che si è occupato di “Datagate, privacy dei cittadini europei. Aspetti giuridici e tecnologici”, del dott. Antonio Soro, Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali (“Privacy e sicurezza: un equilibrio possibile?”) e della Prof.ssa Maria Concetta De Vivo, docente di Nuove tecnologie dell’Università di Camerino, che ha tenuto una relazione dal titolo “Il diritto smarrito”.

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