Fondo sociale per il clima per supportare la transizione energetica giusta nel trasporto e nelle ristrutturazioni degli edifici

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 sono necessarie misure che supportino anche economicamente le famiglie in situazione di vulnerabilità e le piccole imprese che possono subire conseguenze economiche rilevanti per la transizione energetica, assicurando un sostegno finanziario agli Stati membri per le misure e gli investimenti inclusi nei rispettivi piani sociali per il clima. Così è stata decisa, con il regolamento 2023/955 del 10 maggio 2023 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 16 maggio 2023, serie L 130, Fondo sociale clima), che modifica il 2021/1060l’istituzione di un Fondo sociale per il clima per supportare coloro che si trovano in una situazione di povertà energetica che colpisce le persone che non riescono ad accedere ai servizi energetici essenziali, nel rispetto del principio di non arrecare danni significativi. Il Fondo – centrale per la fase della ristrutturazione edilizia – previsto nel regolamento applicabile dal 30 giugno 2024, sarà operativo dal 2026 al 2032, un anno prima che il sistema di scambio di quote di emissione (ETS) venga esteso agli edifici e al trasporto su strada. Una parte del Fondo sarà finanziata attraverso i ricavi derivanti dall’asta delle quote provenienti dagli ETS (fino a 65 miliardi di euro) e dal 25% provenienti dalle risorse nazionali, assicurando così il contributo degli Stati ai costi totali stimati dai piani.

Il Fondo sarà utilizzato per ridurre le tasse e i canoni energetici o per la fornitura di altre forme di sostegno diretto per combattere l’aumento dei prezzi di trasporto su strada e del combustibile per il riscaldamento, per incentivare la ristrutturazione verde e il passaggio a fonti rinnovabili, nonché per favorire l’utilizzo più diffuso del trasporto pubblico e di veicoli elettrici. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione europea il piano sociale per il clima indicando una serie coerente di misure e investimenti nazionali, esistenti o nuovi, “per far fronte all’impatto della fissazione del prezzo del carbonio sulle famiglie vulnerabili, sulle microimprese vulnerabili e sugli utenti vulnerabili dei trasporti, al fine di assicurare l’accessibilità economica del riscaldamento, del raffrescamento e della mobilità, accompagnando e accelerando nel contempo le misure necessarie per conseguire gli obiettivi climatici dell’Unione”. 

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