Il Comitato Onu contro la tortura divulga le conclusioni sulla situazione del Vaticano

Maggiore cooperazione con le autorità inquirenti. Lo chiede allo Stato del Vaticano il Comitato Onu sulla tortura nel rapporto conclusivo presentato nella sessione di 25 maggio 2014 sul monitoraggio relativo all’applicazione della Convenzione contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti adottata a New York il 10 dicembre 1984 (vaticano). Nelle osservazioni conclusive si segnalano i positivi cambiamenti nell’azione del Vaticano come risulta dal motu proprio di Papa Francesco sull’esercizio giurisdizionale dell’autorità giudiziaria del Vaticano in materia penale, e la condanna espressa verso la tortura, ma si chiede allo Stato di rimuovere la dichiarazione interpretativa presentata in sede di ratifica della Convenzione in base alla quale il trattato si applica solo all’interno dello Stato del Vaticano. In questo modo, si osserva nel rapporto, si aprono zone d’ombra pericolose e non si considera che gli obblighi convenzionali s’impongono nei confronti di tutti gli organi e pubblici ufficiali, ovunque si trovino. Nel rapporto si auspica anche una maggiore collaborazione con le autorità inquirenti che indagano su casi di abusi sessuali sui minori, chiedendo l’adozione di misure che non consistano in meri trasferimenti dei responsabili. Oltre a combattere ogni forma di impunità, il Vaticano deve assicurare un’adeguata protezione alle vittime evitando di mettere in atto strategie, anche sul piano giudiziario, al fine di proteggere i beni dello Stato.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/la-santa-sede-viola-la-convenzione-sui-diritti-del-fanciullo-ma-il-rapporto-del-comitato-onu-presenta-qualche-ombra.html

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