Le Nazioni Unite dicono sì alla no fly zone. Ma l’Europa si divide ancora.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha dato il via libera alla no fly zone in Libia autorizzando gli Stati, con la risoluzione 1973 del 17 marzo, a usare ogni misura necessaria per proteggere i civili sotto attacco da parte del Governo di Gheddafi e per far rispettare il divieto di sorvolo (http://www.un.org/Docs/sc/unsc_resolutions11.htm).  Sì quindi all’uso della forza per garantire piena effettività alla no fly zone ma, ha chiarito il Consiglio di sicurezza, divieto assoluto di interventi via terra e di ogni forma di occupazione straniera del territorio. La risoluzione arriva con grande ritardo e fa dubitare che il reale obiettivo sia quello di proteggere la popolazione civile (se fosse così non si comprende il colpevole ritardo) e non piuttosto disarcionare Gheddafi che sembra aver ripreso il controllo del territorio.

La risoluzione è stata adottata con l’astensione di Russia, Cina, Brasile, India e Germania. Proprio l’astensione di Berlino mette in risalto le profonde divisioni all’interno dell’Unione europea che, in occasioni di crisi internazionali, è ben lontana da una posizione unita. La risoluzione, quindi, seppellisce ancora una volta ogni speranza di un’Europa in grado di parlare con una voce sola in materia di politica estera e dovrebbe far meditare sull’inutilità di strutture costose (da ultimo il Servizio europeo per l’azione esterna) e inefficaci. Un nuovo fallimento quindi per l’Alto rappresentatae dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton.

Si vedano anche i post del 3 e del 1° marzo.

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