La Commissione europea, il 19 marzo, ha presentato, d’intesa con il Servizio per l’azione esterna, il Libro bianco sulla difesa europea (UE Difesa), il piano “ReArm Europe-Preparati per il 2030” (COM(2025) 2000, spese difesa) che servirà a individuare le risorse finanziarie per aumentare gli investimenti nella difesa e la proposta di regolamento SAFE sul rafforzamento dell’industria europea della difesa (COM(2025) 122, proposta regolamento SAFE).
È stata la posizione del Presidente statunitense Donal Trump, che ha chiarito di non essere più disponibile a fornire appoggio agli europei nell’ambito della difesa e che sta riposizionando gli Stati Uniti, soprattutto in Ucraina con un appoggio sostanziale a Putin in cambio di vantaggi economici sul territorio ucraino, a spingere la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a intervenire per rafforzare la capacità di sicurezza dell’Unione europea che, precisa von der Leyen, ha alle spalle carenza di investimenti e mancanza di spese efficienti a favore delle capacità militari europee.
Nel Libro Bianco sono individuate alcune azioni fondamentali per colmare le lacune degli Stati membri tra le quali sostenere l’industria europea attraverso la domanda aggregata e un aumento degli appalti collaborativi, continuare il supporto all’Ucraina, rafforzare il mercato della difesa a livello Ue, anche attraverso una semplificazione normativa, accelerare la trasformazione della difesa con l’impiego dell’intelligenza artificiale, preparare l’Europa a scenari peggiori, anche attraverso la costituzione di scorte e un rafforzamento delle frontiere esterne soprattutto con la Russia e la Bielorussia, rafforzare il partenariato dei Paesi allineati a queste posizioni.
Per quanto riguarda il piano ReArm entro il 2030 è prevista una spesa di 800 miliardi di euro attraverso lo sblocco dell’uso dei finanziamenti pubblici per la difesa a livello nazionale e l’utilizzo di uno strumento specifico per l’Azione per la sicurezza dell’Europa- SAFE (proposta regolamento SAFE) che propone il nuovo debito europeo per 150 miliardi di euro destinato sotto forma di prestiti ai Paesi che lo richiedono e che potranno aumentare il debito pubblico per un ammontare annuo dell’1,5% del PIL.
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