Nel segno del dialogo tra Corti approvato il Protocollo n. 16

Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha approvato nella seduta del 10 luglio il Protocollo n. 16 che introdurrà nel sistema di Strasburgo un meccanismo simile al rinvio pregiudiziale d’interpretazione predisposto nel Trattato Ue (protocollo n. 16). Con il nuovo Protocollo, che rafforza il dialogo tra Corte europea dei diritti dell’uomo e giudici interni, le corti supreme di uno Stato parte alla Convenzione europea potranno sospendere il procedimento interno e chiedere alla Grande Camera un parere sull’interpretazione o sull’applicazione di una norma convenzionale e sui  protocolli addizionali. La richiesta dovrà superare il filtro di un panel di 5 giudici che, in caso di rigetto dell’istanza, saranno tenuti a fornire un’adeguata motivazione. Il parere fornito dalla Grande Camera, però, non sarà vincolante (art. 5 del Protocollo) anche se appare difficile ipotizzare che un giudice nazionale si distacchi dalle conclusioni raggiunte dalla Grande Camera soprattutto con riguardo ai profili applicativi. Evidente, in questo caso, che si aprirebbe subito la strada di un ricorso a Strasburgo da parte di un individuo che si ritenga leso dalla mancata presa in considerazione del parere. Non è poi da escludere che nel provvedimento interno di esecuzione del Protocollo n. 16 gli Stati possano attribuire maggiore forza al parere. Per l’entrata in vigore del Protocollo è necessaria la ratifica di almeno 10 Stati parti alla Convenzione europea. Al momento della ratifica, ogni Stato dovrà indicare, in una dichiarazione, i tribunali nazionali che saranno competenti a formulare la richiesta di parere alla Grande Camera.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/corte-europea-verso-lintroduzione-di-un-sistema-ispirato-al-rinvio-pregiudiziale-ue.html

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