Norvegia: le autorità nazionali devono garantire il diritto alla vita culturale dei Sami

Con un’importante sentenza depositata l’11 ottobre, la Corte suprema norvegese è intervenuta a chiarire la portata dell’articolo 27 del Patto sui diritti civili e politici del 1966 in base al quale gli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche sono tenuti a garantire agli individui appartenenti alle minoranze, tra gli altri diritti, quello a una vita culturale propria (HR-2021-1975-S (case no. 20-143891SIV-HRET, case no. 20-143892-SIV-HRET and case no. 20-143893SIV-HRET, qui una sintesi in inglese Norway e qui il testo completo della pronuncia in norvegese sentenza in norvegese)

La vicenda riguardava la costruzione di centrali eoliche in zone utilizzate per l’allevamento delle renne dalla minoranza dei Sami. Proprio gli allevatori avevano contestato le licenze concesse ad alcune società e l’esproprio di alcuni pascoli. Tuttavia, durante il procedimento giurisdizionale, la società era stata autorizzata a proseguire nella sua costruzione e così la vicenda è arrivata alla Corte Suprema. Punto centrale è il mancato rispetto dell’articolo 27 del Patto: la Corte suprema ha accertato che l’allevamento delle renne è una pratica propria della cultura della minoranza dei Sami e che la costruzione dell’impianto eolico arreca un danno a quest’attività. Inoltre, in futuro lo sviluppo dell’impianto potrebbe continuare a danneggiare gli allevatori di renne e, quindi, impedire ai Sami, per i quali tale allevamento è parte essenziale della propria cultura, la prosecuzione della tradizionale attività. Pertanto, tenendo conto degli effetti totali dello sviluppo dell’impianto, per la Corte Suprema si può ritenere che si sia verificata una violazione dell’articolo 27. La Corte riconosce che il diritto in esame deve essere bilanciato con il diritto a un ambiente salubre, che si raggiunge anche con l’utilizzo di energia alternativa ma, nel caso di specie, la Corte sostiene che le autorità nazionali avrebbero potuto fare ricorso ad altre soluzioni in grado di contemperare gli interessi ambientali con il diritto alla vita culturale. Così la Corte ha annullato le licenze perché in contrasto con l’articolo 27 del Patto.

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