Sfruttamento lavorativo e tratta degli esseri umani: individuati gli indicatori per gli interventi statali

Lo sfruttamento lavorativo è una piaga che si diffonde anche con il traffico degli esseri umani, utilizzati soprattutto nel lavoro sommerso. Di qui l’adozione, da parte del Gruppo di esperti sul monitoraggio della Convenzione del Consiglio d”Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani (GRETA, Group of Experts on Action against Trafficking in Human Beings) di una nuova nota orientativa per rafforzare la prevenzione e la tutela delle vittime (GRETA(2020)12_Guidance_note). Nel documento sono individuati degli indicatori chiave “per supportare gli Stati al fine di garantire il corretto funzionamento degli ispettorati del lavoro, i requisiti di segnalazione, l’identificazione e l’assistenza efficace delle vittime”. Per il GRETA è anche importante assicurare che gli Stati applichino sanzioni penali adeguate nei confronti di coloro che violano le regole sfruttando i lavoratori vittime della tratta, per garantire un effetto deterrente e fare in modo che le autorità nazionali assicurino un monitoraggio speciale per i minori che non solo sono le vittime più vulnerabili della tratta, ma sono anche sfruttati con il lavoro nero/sommerso. In quest’ambito, gli Stati devono dotarsi di strategie nazionali e controlli efficaci, assicurando in ogni caso che le vittime siano protette durante le ispezioni. Il GRETA punta alla diffusione della responsabilità sociale di impresa, per coinvolgere gli attori privati nella lotta allo sfruttamento delle vittime della tratta sia nei casi di lavoro diretto sia se lo sfruttamento è presente nelle aziende che forniscono beni per la produzione. Per realizzare gli obiettivi, il GRETA si propone di istituire un gruppo di lavoro ad hoc per presentare una raccomandazione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

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