Un Nobel che dà speranza alla lotta per i diritti umani in Cina

Un Premio Nobel per la pace carico di significato e di ripercussioni sul piano delle relazioni internazionali. Che accende le luci sulla tutela dei diritti umani nel mondo. La decisione del Comitato che decide l’assegnazione dei Nobel (http://nobelpeaceprize.org/en_GB/announce-2010/) di attribuire il premio al dissidente cinese Liu Xiaobo, detenuto nelle carceri cinesi per la sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Cina, ha suscitato una dura reazione di Pechino, che però non è riuscita a bloccare il Comitato. Liu Xiaobo è un professore di letteratura all’università di Pechino, attivista nella lotta a tutela dei diritti umani, che ha supportato gli studenti durante le dimostrazioni di Tienanmen. Una scelta che gli è costata il carcere in diverse occasioni. L’ultimo arresto risale al 2008, con l’accusa di istigazione alla sovversione contro i poteri dello Stato per aver aiutato la diffusione via internet di un manifesto di supporto alla democrazia (Carta 08, diffuso poco prima delle olimpiadi). E’ la seconda volta che l’attribuzione del premio Nobel fa saltare i nervi a Pechino. La prima volta nel 1989 quando il Premio Nobel andò al Dalai Lama.

Subito dopo la dichiarazione di attribuzione del Nobel a Liu, il Presidente statunitense Obama, vincitore del Premio Nobel nel 2009, ha chiesto alle autorità cinesi il rilascio del dissidente (Statement by the President on the Awarding of the Nobel Peace Prize to Liu Xiaobo | The White House). Sul punto, invece, le autorità Ue sono state unite nel silenzio forse per non disturbare vertici e incontri in corso. Non c’è traccia né nella dichiarazione del Presidente della Commissione europea Barroso (barroso), né in quella dell’Alto Rappresentante Ue per gli affari esteri Ashton che pure, con un delicato gioco di equilibrismo  ha espresso la speranza che Liu possa ricevere il premio di persona (ashton), di analoga richiesta. Anche il Ministro degli esteri italiano Frattini si è ben guardato dal chiedere il rilascio di Liu a Pechino (http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Comunicati/2010/10/20101008_Frattini_Nobel_Xiaobo.htm?LANG=IT), a differenza del cancelliere tedesco Angela Merkel.

1 Risposta
  • Andrea
    ottobre 11, 2010

    Grazie per il post. Bellissima notizia: importante, fondamentale, per tutti coloro che credono nei diritti dell’uomo e sognano un mondo piu’ giusto. Mi dispiace non aver letto (a meno che mi siano sfuggite) dichiarazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite o dell’Alto Commissario per i diritti umani. Ovvio, considerazioni di real-politik prevalgono in sede ONU, ma deve essere sempre cosi’? Sembra sempre che cio’ che e’ giusto sia diverso da cio’ che e’ utile. Ma perche’ cio’ che e’ giusto non puo’ essere anche cio’ che e’ utile?

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