Tolleranza zero verso gli Stati che pongono ostacoli alla libera circolazione dei servizi

La Commissione europea ha presentato l’8 giugno una comunicazione sulla creazione di un partenariato per una nuova crescita nel settore dei servizi 2012-2015 (COM_2012_261_it). La direttiva servizi 2006/123, recepita in Italia con decreto legislativo 26 marzo 2010 n. 59,  ha funzionato ma è tempo di un restyling in un settore strategico per l’economia Ue. Obiettivo di Bruxelles: modernizzare centinaia di leggi e passare alla costituzione di una nuova generazione degli sportelli unici, con riforme strutturali e tolleranza zero verso gli Stati che continuano a resistere e a porre ostacoli nell’attuazione del diritto comunitario. La Commissione europea ha puntato il dito verso alcuni Stati che, per esempio, non hanno eliminato del tutto il divieto di comunicazione commerciali per le professioni (simili ostacoli permangono ancora in dieci Stati). Da riesaminare anche le condizioni fissate in alcuni Paesi membri per la costituzione di strutture societarie e i troppi limiti alle società di professionisti. Entro il 2012 sarà avviato – precisa la Commissione – “un processo di esame inter pares e uno scambio delle migliori prassi, partendo da un approfondimento dei requisiti che limitano le strutture societarie e la detenzione dei capitali e sulla clausola della libera prestazione di servizi. Gli Stati membri si devono impegnare a un esame approfondito della loro legislazione in materia. I risultati saranno valutati entro il primo semestre 2013″.

Per quanto riguarda l’Italia, in alcuni casi è la legislazione regionale a non essere compatibile con il diritto Ue. E’ il caso della Regione Lazio, Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna alle quali va aggiunta Bolzano che impongono la condizione della residenza nella regione per lo svolgimento dell’attività di maestro di sci.

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